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«economia più dinamica e competitiva basata sulla conoscen- za [...] in grado di generare crescita economica sostenibile con maggiore e migliore occupazione e coesione sociale» (Parla- mento Europeo, 2000, p. 2). Ma invece di puntare sul ruolo della politica di Coesione nel raggiungimento di tali obiettivi, l’enfasi era posta dall’Agenda sulla modernizzazione del mo- dello sociale europeo in modo tale per cui il perseguimento della nuova economia basata sulla conoscenza «non aggravi i problemi sociali esistenti di disoccupazione, esclusione so- ciale e povertà» (p. 8). Nell’Agenda, il ruolo per evitare queste aggravanti era riconosciuto al cosiddetto processo di Lussem- burgo4 che avrebbe messo a punto la definizione delle linee guida per l’occupazione in Europa e le avrebbe trasformate poi in programmi operativi a livello nazionale tramite i Piani d’Azione Nazionale per l’Occupazione.
L’Agenda di Lisbona del 2000 era emersa come un tema urgente di politica in seguito alla costante perdita di competi- tività della UE rispetto agli Stati Uniti d’America e alla crescita robusta di cui quest’ultimi avevano goduto nei cinque anni precedenti, a differenza della UE nel suo insieme. Se si raffron- tano le economie dei due blocchi sui due lati dell’Atlantico, nella seconda metà degli anni novanta la produttività del lavoro nella UE era cresciuta di meno rispetto a quella degli USA e la UE arrancava anche nell’utilizzo di risorse umane in termini di tasso generale di occupazione e di occupazione femminile in particolare (Gordon, 2004). Uno studio analiti- co di qualche anno più tardi (Johansson et al., 2007) mostrava che al 2004 gli europei lavoravano in media un 15% di ore in meno e avevano un tasso di occupazione del 9% in meno delle loro controparti negli USA.
In tale contesto di perdita di posizioni, quale poteva essere la leva per un’inversione della tendenza di stagnazione che caratterizzava l’economia della UE? Gli autori dell’Agenda
4. Il Processo di Lussemburgo emerse dal Summit di Lussemburgo nel no- vembre 1997. La sua finalità era di creare una strategia europea dell’occupazione tramite il coordinamento delle politiche nazionali per l’occupazione (Begg, 2009).






























































































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