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Il programma di coesione 253
tato più esplicito, tuttavia esso permetteva agli Stati membri di avere una notevole discrezionalità. Gli Stati membri e le regioni avevano certamente l’opportunità di collegare i loro Programmi Nazionali di Riferimento Strategico e i loro Pro- grammi Operativi alla strategia di Lisbona, ma questo legame non era di carattere obbligatorio. In altre parole, sanzioni non erano previste nel caso in cui il legame non fosse stato reso esplicito nel programma operativo o nel rapporto annuale di informazione di ciascun stato membro.
Ai nuovi Stati membri era stata concessa una clausola di opting-out nel soddisfare i livelli di spesa richiesti da Lisbo- na II per i programmi della Convergenza e della Competi- tività. Inoltre, la identificazione e allocazione (earmarking) della spesa in linea con gli obiettivi di Lisbona non era adottata universalmente, né questo succedeva nei rapporti annuali di implementazione. Di conseguenza, mentre al- cuni programmi operativi riportarono la natura delle loro spese secondo le priorità programmatiche, incluse le allo- cazioni richieste da Lisbona, altri non lo fecero. Infine, la crisi finanziaria ed economica iniziata nel 2008 ha sottratto spazio a un numero di Quadri Nazionali di Riferimento del periodo di programmazione 2007-2013 perché ha costretto gli Stati membri e le regioni a intraprendere misure d’emer- genza di risposta alla crisi. D’altra parte la crisi ha anche aiutato a porre l’attenzione sugli obiettivi di Lisbona e a rafforzare la volontà degli Stati membri di coordinare più strettamente le politiche nazionali in linea con gli obiettivi europei. La crisi ha inoltre aiutato a riportare l’attenzio- ne sui temi ambientali associati al Protocollo di Goteborg del 19998 i cui obiettivi erano stati intenzionalmente non finanziati da Lisbona II.
8. Il Protocollo di Goteborg impegnava gli Stati membri sugli obiettivi di ri- durre, alle date di 2010 e 2020, le emissioni di zolfo, nitrogeno, ammoniaca, e materie organiche nell’aria.