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XXXII alfredo del monte
rispetto agli Stati Uniti, accanto a quelli tradizionali delle po- litiche di coesione. Secondo Europa 2020 nessun programma a livello nazionale per l’uso dei fondi strutturali potrà essere accettato dalla Commissione se non contiene le 11 priori- tà derivanti dai due obiettivi di aumentare la competitività dell’Europa e di superare gli squilibri regionali. Il rischio di questa impostazione, a nostro avviso, è che si possa incorrere nel problema molti obiettivi nessun obiettivo e che sia sempre più difficile per le regioni meridionali accedere alle risorse messe a disposizione da Europa 2000. Questi aspetti, non affrontati nel lavoro di Leonardi, vengono, almeno in parte, analizzati nel lavoro della Bertamino sulle politiche dell’in- novazione. Tali politiche infatti hanno particolare importan- za nell’ambito di Europa 2020. Una prima parte del lavoro evidenzia,attraverso l’utilizzo di vari indicatori, i punti di debolezza dell’attività innovativa in Italia. Vengono poi di- scussi i fattori che nella nuova prospettiva di competitività dei territori prevista in Europa 2020 possono portare a un divario dei divari regionali. In particolare il problema si pone per le regioni meridionali data la non positiva esperienza passata per quanto riguarda le politiche per l’innovazione. Il lavoro della Bertamino illustra come l’approccio della smart specia- lization verrà applicato alle regioni meridionali nell’ambito dell’accordo di partenariato 2014-2020. Uno degli strumenti sui quali mette l’accento la strategia della smart specialization è relativo allo sviluppo di reti innovative ancorate al conte- sto territoriale. Tale aspetto viene approfondito dal lavoro di Cucco, De Iudicibus, Moccia, che utilizza la Social Network Analysis (SNA) per analizzare le caratteristiche e la tipologia delle reti nate grazie alla politica di coesione. Vengono in particolare analizzate due linee di intervento del PON: R&C, Distretti Tecnologici, Beni e Attività Culturali. Il principale risultato dell’analisi è stato quello di mostrare che vi è un notevole grado di varietà strutturale nei modelli di reti inno- vative delle varie regioni. Inoltre mentre nel caso dei Distretti Tecnologici la politica per la ricerca collaborativa ha favorito la costruzione di reti ciò è avvenuta in molto minor misura

































































































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