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Riflessioni sulla governance 315
delle prime è stato sia di tipo quantitativo, ossia legato alla scarsa disponibilità di personale dinanzi alle nuove e cre- scenti procedure richieste dai nuovi regolamenti comunitari, che qualitativo, quindi per via delle scarsissime conoscenze tecniche presenti all’interno delle strutture centrali. Vice- versa, i problemi finanziari sono stati principalmente legati all’addizionalità delle risorse, a loro volta connessi alla scarsa disponibilità di cofinanziamento durante tutto il periodo di programmazione, da un lato, e all’impossibilità di mantenere sufficienti livelli di addizionalità per le regioni Obiettivo 1 a fronte di una progressiva riduzione del budget a seguito dei tagli operati a livello nazionale nel 1991, dall’altro.
A seguito delle criticità riscontrate durante l’intero pri- mo ciclo di programmazione3, a partire dal 1994, ossia con- testualmente con l’approvazione del QCS 1994-1999 e a due anni dalla formale chiusura dell’intervento straordinario, sono stati avviati una serie di tentativi di ri-organizzazione delle strutture nazionali responsabili della gestione dei fondi strutturali. L’intento, poi solo in parte raggiunto, voleva essere duplice: garantire la presenza di un solido presidio centrale e assicurare una chiara attribuzione delle responsabilità tra i vari soggetti coinvolti. Relativamente al primo obiettivo, la soluzione istituzionale scelta è stata la creazione di un Osser- vatorio delle politiche regionali che avrebbe dovuto assumere un ruolo di coordinamento e di monitoraggio tecnico e pro- cedurale dell’intera politica europea, ossia di accompagna- mento e supporto a tutte le strutture nazionali e regionali. Relativamente al secondo, invece, i principali cambiamenti istituzionali sono stati due. Da un lato, nel piú generale ten- tativo di ri-attribuire le funzioni precedentemente spettanti ad AgenSud, il QCS 1994-1999 ha assegnato le competenze di ciascuno dei fondi strutturali a un singolo ministero e, dall’altro, la gestione dei fondi strutturali è stata affidata al Ministero del Bilancio e al CIPE.
3. Al riguardo occorre ad esempio sottolineare come nel 1994 solo il 60% delle risorse comunitarie sono state spese.