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Riflessioni sulla governance 317
La parabola della Nuova Programmazione
Parafrasando quanto sostenuto da Carlo Azeglio Ciampi nella sua premessa al Primo Rapporto sulle Politiche per lo Sviluppo del Mezzogiorno (1999), la Nuova Programmazio- ne avrebbe dovuto rappresentare «un’occasione unica per il Paese, per le aree meno sviluppate, [...] per ridurre le aree di disagio sociale» (p. 5). Il Mezzogiorno venne pertanto identificato come un possibile «volano di crescita per tutto il Paese». Questo nuovo approccio alla politica di sviluppo nelle regioni del Sud Italia, i cui riferimenti teorici possono essere individuati nella New Economic Geography, individua due principali driver per lo sviluppo, ossia:
• gli investimenti pubblici, che devono spostare il focus del loro intervento dagli incentivi diretti alle imprese al- la produzione di beni pubblici, al fine di promuovere un ambiente favorevole allo sviluppo;
• il rafforzamento delle istituzioni e delle professionalità, tese a rinforzare la governance dei processi di sviluppo e delle altre politiche, attraverso la promozione delle azio- ni collettive e il trasferimento di conoscenza agli attori locali (invece di continuare ad insistere con gli approcci dall’alto) in modo da riorganizzare la pubblica ammi- nistrazione e di aumentarne l’efficienza (Applica Ismeri Wiiw, 2009, p. 12).
Nelle parole di Ciampi, la Nuova Programmazione sarebbe dovuta essere «concertata con le autonomie locali e con le for- ze sociali», al fine di «coinvolgere la società civile nel processo decisionale dell’investimento pubblico, di suscitare senso di responsabilità» (p. 6) e di rinforzare le relazioni verticali tra le amministrazioni centrali e quelle regionali, provinciali e locali, oltre che di creare una collaborazione piú inclusiva tra le pubbliche amministrazioni e le parti sociali. Ai fini della presente analisi, occorre sottolineare che essa ha radicalmente modificato la gestione multilivello dei fondi strutturali in Italia, ribaltando il precedente modello verticistico a tutto