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390 claudia cantabene, alfredo del monte
È possibile derivare una relazione che lega debito pub- blico e corruzione, partendo dalla definizione standard del vincolo di bilancio del governo. Consideriamo la seguente equazione:
(1)
dove Bt è il debito pubblico, Gt è la spesa pubblica, r è il tas- so di interesse nominale, Tt sono le tasse e il pedice t indica l’anno.
Dall’equazione (1) è semplice derivare il rapporto fra de- bito e GDP. Dividendo entrambi i lati della (1) per l’output nominale e definendo g come il tasso di crescita nominale dell’output, possiamo scrivere il rapporto debito/GDP come segue:
(2)
Nell’equazione (2) g è il tasso di crescita reale ed r è il tasso di inflazione. Se g, la spesa e le entrate sono influenzate dalla corruzione anche il rapporto debito pubblico/GDP lo sarà.
Usando l’equazione (2) e uno studio di Del Monte- Papagni (2001) possiamo stimare l’effetto di una crescita più bassa indotta dalla corruzione, in Italia. Il paper di Del Monte-Papagni trova, per le regioni italiane, che la corru- zione ha un effetto negativo sulla crescita economica perché riduce gli investimenti privati e l’efficienza degli investimen- ti pubblici. Inoltre, la corruzione riduce il tasso di crescita di 0,145% dopo un anno. Partendo da questo risultato, abbiamo simulato l’effetto di un tasso di crescita inferiore sul debito pubblico. Il tasso di crescita effettivo in Italia fra il 1970 e il 2009 è stato aumentato di un 0,145% ogni anno. Usando questi nuovi valori, abbiamo calcolato un GDP teorico, per ciascun anno: questo sarebbe stato il vero GDP se in Italia non ci fosse stata corruzione. Nel 2009, la differenza fra il GDP teorico e quello reale è stata di 68,677 milioni di euro
                                                                         


























































































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