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22 emanuele felice
3b. Lo sfruttamento esterno
Il secondo filone interpretativo sostiene che il Sud Italia sia stato in qualche modo vittima dell’unificazione, «sfruttato» dal Nord Italia essenzialmente come conseguenza del proces- so nazionale di accumulazione capitalistica; a livello interna- zionale, lo schema concettuale a supporto di questa tesi può essere individuato nella «teoria della dipendenza» (Prebisch, 1959), che è stata adattata anche all’analisi degli squilibri inter- ni ai Paesi (Hechter, 1975). Nel caso italiano, argomenti simili, che in anni recenti hanno guadagnato considerevole appeal popolare specie nel Mezzogiorno, sono stati proposti, con varianti, non soltanto da studiosi marxisti – secondo alcuni di loro, con l’unificazione venne impostata una relazione di tipo coloniale fra le due parti del Paese (Zitara, 1971) – ma anche liberali, da Nitti (1900), secondo cui in età liberale fu posta in essere un’iniqua distribuzione del carico fiscale fra Nord e Sud, a Rosario Romeo (1959) che considerava l’estrazione di surplus dall’agricoltura meridionale un male necessario per l’industrializzazione del Paese (nel Nord).
Mentre la correttezza dei calcoli di Nitti sull’iniqua di- stribuzione del carico fiscale fu duramente contestata già all’epoca da Corrado Gini (1914; ma si veda anche Felice, 2013, pp. 209-211), sia la tesi coloniale sia l’idea (più mo- derata) di un decollo del Nord-Ovest basato sullo sfrutta- mento del Sud, appaiono in contrasto con alcuni fatti es- senziali circa la storia economica dell’Italia liberale. Primo, nei decenni successivi all’Unità l’Italia fondamentalmente non è cresciuta – a differenza di quel che pensava Romeo guardando alle vecchie e ormai superate serie Istat del PIL – e non si è industrializzata. Secondo, come abbiamo visto l’aumento del divario Nord-Sud non seguì a breve distanza l’unificazione del Paese, e pertanto difficilmente poté esser- ne una conseguenza: in termini di differenziale Nord-Sud, le posizioni rimasero più o meno immutate fino agli anni Novanta dell’Ottocento. Terzo, per tutto il corso dell’età liberale non si osserva all’opera nessuna delle caratteristiche