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loro voto il governo italiano, e la sua politica di aiuti al Mez- zogiorno, molto più di quanto non facessero i cittadini del Centro-Nord (era nel Sud che il principale partito di governo otteneva la più alta percentuale di voti). Tutto ciò difficilmen- te può essere giudicato una relazione di sfruttamento da parte del Nord, men che meno di tipo coloniale.
3c. Etica e cultura
Un terzo gruppo di argomentazioni fa leva sulle differenze che si osservano sul versante etico, e culturale in senso lato, fra i cittadini del Sud e del Centro-Nord. Già nel diciannove- simo secolo, i primi studiosi di quella che di lì a poco sarebbe stata chiamata questione meridionale (ma inizialmente si chiamava questione sociale) insistevano in particolar modo sulle differenze in ciò che, ai giorni nostri, definiremmo spi- rito civico (civicness) o capitale sociale (e.g. Villari, 1885). Nel secondo dopoguerra, Banfield (1958) individuò nell’etica del «familismo amorale» (l’idea che il benessere individuale e dei propri parenti stretti fosse superiore e contrapposto al bene collettivo), che a suo parere era prevalente in un tipico pae- sino del Sud in Basilicata, le «basi morali di una società arre- trata». Alcuni decenni dopo, Robert Putnam (1993) sviluppò ulteriormente questo approccio interpretativo, rimarcando che differenze significative nel capitale sociale erano presen- ti fra le regioni del Nord e del Sud: a suo parere, avevano un impatto sull’efficienza politica e istituzionale, così come sulla crescita economica, e potevano essere riconducibili a un diverso percorso intrapreso nel basso medioevo, quan- do l’autogoverno comunale caratterizzava la società urbana eccezionalmente ricca dell’Italia centrale e settentrionale, mentre nell’Italia meridionale si era affermato (a partire dalla conquista normanna) uno Stato assolutista che scoraggiava la partecipazione popolare negli affari pubblici. È certamente vero che, al giorno d’oggi, fra Nord e Sud si osservano signi- ficative differenze nel capitale sociale – così come definito da Putnam: fiducia, partecipazione civica e reti di relazioni