Page 209 - Il Gruppo di Combattimento "Cremona" nella Guerra di Liberazione
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  sore gli raccomandò soprattutto di astenersi dal fare ai soldati qualsiasi accenno al prossimo loro impiego in guerra, per evitare sicure reazioni da parte di individui di f,entimenti nazifascisti. Oggi, ciò può sembrare addirittura incredibile, ma in quel delica- to momento di crisi spirituale, ben pochi osavano ricordare ai sol- dati, sia pure indirettamente, la loro... essenziale funzione di com- battenti!
Naturalmente, il nuovo Colonnello che da due mesi appena era uscito dall'angosciosa parentesi dell'occupazione nazifascista e della resistenza clandestina di Roma - si guardò bene dall 'atte- nersi a quelle raccomandazioni, e cominciò invece a parlare quasi ogni giorno alla truppa, cercando di farne vibrare le corde sensibi- li con occasionali ma infiammanti discorsi patriottici, di cui non tardò a constatare gli effetti benefici sull'anima collettiva e indivi- duale dei propri uomini : il morale del Reggimento ebbe una ripre- sa percepibile da chiunque avesse un'adeguata esperienza di comando, e parecchi soldati furono uditi esclamare: Nessuno mai ci aveva parlato così!.
In effetti, l'azione formativa e tonificatrice che tutti gli ufficia- li preposti al comando di truppe hanno il dovere di esplicare quo- tidianamente sui propri uomini - specie in tempo di guerra - s'era venuta gradualmente annullando, durante la snervante crisi d'in- certezza determinata dal prolungarsi della permanenza in Sardegna. Basti ricordare come lo stesso Generale comandante la Fanteria divisionale della "Cremona" (Giacomo Zanussi) abbia confessato, in un suo libro (15) di memorie che, vista la scanso - /ante situazione materiale e morale in cui si trovavano in Sardegna le truppe ai suoi ordini, e considerato altrosì che nulla al mondo egli si sentiva in grado di fare per migliorarla, decise addirittura di astenersi per vari mesi da qualsiasi visita o ispezione ai reparti.
Ma il Colonnello Musco, che proveniva da una diversa e ben più travagliosa esperienza, continuò senza soste il suo sforzo rico- struttivo e suscitatore, che lo fece definire ultra esuberante, dina - mica ed effervescente dal suo superiore diretto, il quale tuttavia, riconobbe, nell'azione di comando da lui svolta, l'occhio, i/fiuto
e il polso del comandante nato (16).
Forse, proprio perché dotato di quei tre fondamentali requisiti che doveva poi mostrare alla prova del fuoco (17) il Colonnello Musco
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