Page 210 - Il Gruppo di Combattimento "Cremona" nella Guerra di Liberazione
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  ravvisò quasi subito l'urgente necessità di qualche pronto ed effi- cace intervento repressivo. Invocò pertanto eccezionali provvedi- menti di rigore contro le troppo frequenti diserzioni. Perorando questa tesi, egli dichiarava: Sono padre di numerosa famiglia e fer - vidamente cristiano; ma se mi si affidasse l'incarico di presiedere una Corte marziale, mi sentirei perfettamente in grado d'infligge - re almeno una condanna esemplare che non mancherebbe di aver ripercussioni risolutive sull'intera massa di soldati.
Le superiori gerarchie militari non ritennero tuttavia di dover accogliere siffatte proposte, cosicché al nuovo Comandante del 21° reggimento fanteria "Cremona" non rimase altra risorsa che quella di fare completo ed esclusivo affidamento nell'azione tra- sformatrice della propria parola e del proprio ascendente persona- le sul Reggimento.
Ma ben presto - e cioè, gia durante il trasferimento verso la zona dell'Italia meridionale prescelta per la trasformazione orga- nica e per l'addestramento tattico dei reparti - aveva occasioni di constatare come i risultati raggiunti, pur con l'unico ausilio della propria buona volontà e del proprio fervore operante, fossero stati tutt'altro che disprezzabili, così da fare bene sperare per l'avveni- re. Può dunque riuscire non privo d'interesse ricordare qualche tipico episodio di quel trasferimento, che segnò il passaggio da un lungo periodo di disorientamento, a una breve ma intensa fase di preparazione alla guerra, caratterizzata da innovazioni fondamen- tali, sia nell'impostazione organica che nelle applicazioni adde- strative.
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La traversata dalla Sardegna fino a Napoli si svolge sopra una
nave "Liberty", al comando di un Capitano americano di origine tedesca, il quale, per ovvie ragioni d'indole personale, odia cor- dialmente gl'italiani. Il Colonnello e tutti gli ufficiali del reggi- mento vengono pertanto "benevolmente" sistemati... nella stiva. Divieto assoluto di usufruire dei lavandini e delle altre comodità di bordo: per talune insopprimibili esigenze, tutti devono fare gli equilibristi sulla tavola fuori bordo.
I soldati non calzano scarpe, ma i soliti zoccoli con la suola di legno, secondo la decisione "lungimirante" del Comando britanni-
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