Page 214 - Il Gruppo di Combattimento "Cremona" nella Guerra di Liberazione
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petto, e gli applica egli stesso i ferri. Ma se fosse partita una raffi- ca, quali sarebbero stati i commenti che il senno del poi avrebbe- ro potuto ispirare in taluni centri della Capitale?...
Questo episodio dimostra l'ascendente che il Colonnello comandante aveva anche sull'elemento partigiano ( che al 21° reg- gimento fanteria "Cremona" superava i 1700 uomini).
Impressionati e commossi rimasero tutti i soldati del reggi- mento - e in particolar modo quelli di provenienza partigiana - quando videro il loro Colonnello rimanere al Comando del reggi- mento, nonostante avesse una seria ferita alla coscia per la quale si limitava a farsi medicare ambulatoriamente, per ben trentacinque giorni consecutivi" (19).
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Il problema relativo alla forza, strettamente collegato alle diserzioni (che però erano man mano notevolmente diminuite) ed alla assegna- zione di complementi - volontari o partigiani - rimase anche dopo l'inizio dell'impiego in linea. Dice il generale Musco. Cito:
"La situazione deficitaria, già gravissima, in cui si trovavano i reggimenti allorchè il Gruppo "Cremona" entrò in linea, s'era venuta ulteriormente aggravando per effetto delle sensibili perdite - in morti, feriti e ammalati - subite durante le prime settimane di guerra: occorreva dunque risolvere d'urgenza il problema di com- pletare gli organici.
Si sperò dapprima di poter avere un congruo rinforzo di uomi- ni dal Centro complementi di Cesano. ma poichè da questo, dopo insistenti richieste, fu possibile ottenere soltanto 180 volontari, risultò evidente che non era quella la via più rapida e sicura per arrivare a una tempestiva soluzione del problema di riportare a numero gli organici dei reparti.
Dato quindi che risultava esservi nell'Italia centrale un grande numero di ex partigiani disposti ad arruolarsi nei Gruppi di com - battimento come volontari per la durata della Guerra di Liberazione, venne addirittura proposto al Comando dell'Armata
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