Page 223 - Il Gruppo di Combattimento "Cremona" nella Guerra di Liberazione

avrebbero dovuto vedere il Principe Umberto come figlio del Re, e quindi come erede al trono, bensì nella sua veste, che aveva al momento, di Luogotenente Generale del Regno, facente quindi le funzioni di Capo dello Stato ed investito come tale del comando delle Forze Armate Italiane, delle quali al momento anche la loro Brigata faceva parte, nonchè per convincerli ed invitarli, di conse- guenza, a tenere nell'occasione un contegno militare disciplinare e corretto.
Il Boldrini aggiunse che successivamente - la sera stessa del 15- chiese di parlare con urgenza con il generale Primieri, comandante del Gruppo di combattimento "Cremona", le cui unità avrebbero dovuto essere visitate il giorno successivo dal Luogotenente, speci- ficandomi di aver reso edotto il generale comandante di quanto era venuto a sapere, e di essere pronto a riferirgli in merito ai provvedi- menti da lui stesso adottati nell'ambito della sua Brigata e propor- gli, eventualmente, alcuni suggerimenti.
Il generale - così precisò a me il Boldrini - lo congedò dicendogli di essere già al corrente di quanto era nell'aria e che sapeva che cosa avrebbe dovuto fare, facendogli chiaramente intendere che non aveva necessità di consigli e suggerimenti di sorta.
La mattina seguente successe quanto descritto più sopra dal genera- le Musco: alcuni fischi e schiamazzi partirono, durante la visita del Principe, in corrispondenza del settore del I battaglione del 21° fan- teria dall'interno degli autocarri schierati dietro il battaglione.
Il Luogotenente non fece una piega. Il Generale Zanussi vice comandante che presiedeva la cerimonia - la presenza del solo Zanussi mi fu sottolineata anche dal gen. Mastrobuono - cercò con altri ufficiali di allontanare l'augusto ospite.
Il Boldrini - mi riferì ancora nel colloquio di Firenze - che poichè anche la sua Brigata, schierata con le altre unità, per l'interruzione della rivista non era stata passata in rassegna, lasciò lo schieramen-
207