Page 14 - GFDS-42
P. 14

18 GFDS 42 • Conoscere • MINIDIFFUSORE LS3/5A
sione di una più che soddisfacen- te estensione della gamma, con delle sonorità piene e particolar- mente gradevoli.
Nella LS3/5 una circuitazione del crossover attentamente stu- diata consente una leggera esal- tazione della banda nell’intorno dei 150Hz che raggiunge gli scopi su indicati; va precisato che tanto l’entità di questa esal- tazione, quanto il range nel quale essa opera furono attentamente studiati anche in funzione del rinforzo che, sempre alle mede- sime frequenze, viene attuato dalla risonanza delle pareti del cabinet. Nelle LS3/5 lo smorza- mento è volutamente parziale ed è ottenuto grazie ad una ben pre- cisa quantità di assorbente acu- stico combinato con del legno di opportuna rigidità e densità. I principali modi di risonanza delle pareti del cabinet sono situati nell’intorno dei 350Hz, mentre quelli secondari si trova- no poco al di sopra dei 100Hz: le loro interazioni cadono pertanto agli estremi della banda cosid- detta del calore. Dunque nulla fu lasciato al caso e molto attente e particolarizzate furono le specifi- che del progettista cui il costrut- tore avrebbe dovuto attenersi; inoltre il pieno rispetto dei detta- mi del progetto venne garantito da una costante opera di monito- raggio da parte della stessa BBC, a cura del proprio dipartimento di modellazione.
Passiamo dunque all’esame delle frequenze medie ed alte. Qui una sola è fondamentalmente la cosa da segnalare: un leggero arretra- mento della risposta in frequenza nell’intorno del range compreso tra i 500 ed i 1.000Hz favorisce un’eccellente profondità dell’im- magine. Si tratta di un trucco oggi ben noto ai più attenti costruttori di diffusori, ma all’e-
poca della progettazione delle LS3/5 risultò molto probabil- mente una vera e propria novità per il rigoroso settore professio- nale.
Tratteggiato il progetto iniziale, seguiamone ora le sue evoluzio- ni nel tempo. La LS3/5, nata nel 1972, utilizzava già nei primissi- mi prototipi gli altoparlanti KEF B110 (mid-woofer) e T27 (twee- ter); per il cabinet fu inizialmen- te preso in considerazione quello di tipo bass reflex con foro di sfiato frontale, per poi approdare definitivamente al box chiuso: di quest’ultimo furono minuziosa- mente studiate non solo le dimensioni, il legno più adatto alla sua realizzazione, la tipolo- gia e la quantità dell’assorbente acustico ma finanche l’essenza da utilizzare per i listelli interni e la qualità delle viti, dal momento che anche il materiale in cui esse sono realizzate (rame, acciaio, ferro, ecc.) fu considerato signi- ficativo sotto il profilo sonico. Già dopo la produzione di una modesta quantità di diffusori LS3/5, iniziarono dei problemi: il primo riguardava il mid-woo- fer, il KEF B110, il secondo era relativo al tweeter T27, sempre della KEF. Entriamo nei dettagli. Il trasduttore B110, rispetto a quello prodotto agli inizi del pro- getto, aveva subito più che discrete variazioni nei propri parametri, tant’è che si rese necessaria una parziale revisione del disegno originario del diffu- sore. Lo studio della LS3/5 venne quindi trasferito in un altro dipartimento della BBC con sede a Great Portland Street per le modifiche del caso: esse furo- no sostanzialmente relative alle risonanze del cabinet, corrette in ampiezza e frequenza secondo le esigenze del nuovo trasduttore. Il tweeter KEF T27 SP1032
invece si era dimostrato troppo delicato per l’uso professionale, necessariamente molto disinvol- to, cui i diffusori erano destinati: per la protezione del vulnerabile trasduttore, venne quindi stabili- to di incollare anteriormente ad esso una griglietta metallica che inevitabilmente ne alterava leg- germente la regolarità della risposta; per ovviare a tale incon- veniente fu prevista una tela frontale in opportuno materiale, il Tygan, la quale attuava un’e- qualizzazione in grado di com- pensare, con buona approssima- zione, le interazioni soniche del- l’irrinunciabile griglia di prote- zione. Infine, allo scopo di con- trollare la dispersione degli acuti ed evitarne sgradevoli fenomeni di diffrazione, si decise di inseri- re dei riporti in spesso feltro per contornare il tweeter.
Anche per queste successive ope- razioni è inutile ripetere che la messa a punto, tanto strumentale quanto di ascolto, fu effettuata in modo maniacale. A conferma di ciò basta sottolineare che moltis- simo tempo fu speso per una completa ottimizzazione del pro- getto e spesso, per equalizzare correttamente irregolarità pure di un solo decibel, dunque al limite dell’udibilità, venne impiegato finanche un mese di lavoro del- l’intero staff progettuale.
È così che nacque con questi pic- coli aggiustaggi, tra la fine del 1974 e gli inizi del 1975, quella che è di fatto la versione definiti- va della LS3/5, la quale venne ribattezzata LS3/5A, per diffe- renziarla rispetto alla precedente alla quale risultava estremamen- te simile, ma non del tutto sovrapponibile. La quantità delle coppie di LS3/5A realizzate dalle diverse aziende che avevano ricevuto dalla BBC la licenza di costruirle fu davvero impressio-


























































































   12   13   14   15   16