Page 211 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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SECONDA GUERRA PERSIANA. 201
Dienece, 1’ armata persiana esser cosi numerosa che i suoi dardi
avrebbero oscurato il sole; e Dienece rispose: «tanto meglio; com-
batteremo all’ombra. » Leonida voleva salvar dalla morte certa
due suoi parenti mandandoli a Sparta con delle lettere per gli
Efori : « siamo qui, » risposero, « per combattere, non per portar
» messaggi. » Uno Spartano chiamato Eurito, si trovava nel vi-
cino borgo d’ Alpeno, ritenutoci da una grave oftalmia. Appena
saputo che il nemico s’., avvicinava scendendo dalla montagna, si
fa condurre dal suo iloto nella mischia, e muore combattendo.
Mentre dunque Idarne s’avvicinava da una parte. Serse
s’ avanzava dall’ altra. Posto in tal condizione, Leonida condusse
i suoi dove il terreno era più spazioso, ondo avere più* nemici
di fronte e ucciderne di più prima di morir loro stessi. Il com-
i Greci combatterono prima
battimento fu oltremodo disperato:
colle aste ; rotte queste, si servirono delle spade, e mietevano in
folla i nemici. Coperto di ferite, Leonida cadde morto. Intorno
al suo corpo si strinsero i prodi ; e per ben quattro volte nc re-
spinsero r assalto degli stranieri, uccidendo molti dei principali
di questi, fra i quali due fratelli di Serse. Vedendo poi venire
dall’ altra parte la truppa d’ Idarne, i Greci si ritirarono verso il
muro, in luogo più angusto, e s’ appostarono sopra una collinet-
ta. Li combatterono da leoni : colmarmi, finacchè ebbero armi
;
poi coi pugni e coi denti. Ma finalmente caddero tutti, oppressi
dalla moltitudine dei barbari che gli avevan circondati da ogni
parte.
Degl’invasori, ne mori ventimila: dei Greci, non si salvò
nemmen uno nò dei Tespiani né degli Spartani. Uno di questi,
al combattimento : si trovava ad
Aristodemo , non prese parte
Alpeno a causa, come Eurito, d’ un’ oftalmia, nè ebbe la stessa
annegazione del suo camerata. Quando dunque ritornò a Sparta,
so lo mostravano a dito come un infame, nessuno gli parlava,
nessuno voleva il più piccolo contatto con lui, e non lo chiama-
vano più che il codardo Aristodemo. Non potè riacquistare il suo
onore che l’ anno dopo, combattendo eroicamente e morendo alla
battaglia di Platea. Quanto ai Tebani, fuori d’ alcuni pochi che
erano stati uccisi in principio, domandarono tutti ed ebbero
salva la vita dall’invasore.
Dopo la battaglia. Serse percorse il campo tutto coperto di
cadaveri ; e trovato quello di Leonida, gli fece tagliar la teista, e
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