Page 214 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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204 LEZIONE QUATTORDICESIMA.
sti,-a lasciar la città, esitavano; ma a Temistocle non manca-
rono i modi di metter line alta pericolosa incertezza. Riparlò
dell’ oracolo che diceva inespugnabile un muro di legno, e cercò
di novo di persuadere il popolo che per quello bisognava inten-
der le navi. D’accordo poi coi .sacerdoti, fece che avesse luogo
un prodigio. Nel tempio della cittadella c’era un serpente che
gli Alenit'si consideravano come il difen.sore del santuario: il suo
nutrimento, che consisteva in una focaccia di miele, gli era dato
una volta il mese, è fin’ a qui era stato coiLsumato regolarmente; ,
ma in quel momento fatale, i sacerdoti dichiararono che il sacro
.ser(xmto era scomparso, lasciando intatto il solilo nutrimento ; e
ne dedu.s.sero che aveva voluto dar l’ esempio di abbandonar
r Acroiìoli, e che i cittadini bisognava che l’imitassero. Il popolo
restò [K'rsuaso, e sulla proposta di Temistocle approvò un de-
creto con cui si metteva la città sotto la protezione di Minerva,
e si stabiliva che tutti quelli che erano in stato di portar l’ armi
.sarebbero passati sopra lo navi, e che ciascuno avrebbe provvi-
sto alla salvezza della sua moglie, de’ suoi figlioli e de’ suoi
schiavi.
Quindi dappertutto un apparecchiarsi alla partenza, un
errar per le strade mettendo lamenti angosciosi, e dare gli ulti-
mi addii, e .staccarsi piangendo dall’amatissima patria. Fin gli
animali dome.stici parevano aftlilti. Ha trovato luogo nella storja
la fedeltà del cane di Santippe, padre di Pericle, che seguitò a»
nuoto la trireme sulla quale partiva il suo padrone. Quegl’infelici
emigranti si recarono, chi a Trezeue, chi a Egina, e chi a Sa-
lamina. A quest’isola intanto venivano, per unirsi alla flotta,
dei rinforzi, parte dei quali eran mandati da alcuni Stati che
non avevan combattuto all’ Artemisio. Quindi il 'numero totale
delle triremi salia trecentottanla,* oltre a molte navi da cinquanta
remi. Gli Ateniesi ne avevan fornite centottanta. Il comando in
capo fu conservato da Euribiade.
Serse continuava la marcia, segnando il suo passaggio con
devastazioni e incendi. Arrivato ad Atene, la trovò priva d’ogni
< Questo numero, lo dà Erodoto (VJ1I,8S): ma Escbilo nei Persiani
dice ebe
Erano a’ Greci
Trecento naTÌ ed altra dieci elette.
Questo numero è forse il vero; giacché quel gran poeta si trovò anche lui fra i
comLaUeoli, c il suo dramma fu rappresentato appena selle anni dopo la battaglia.