Page 218 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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208 LEZIONE QUATTORDIOBSIMA.
sapeva esser solito levarsi a una data ora ogni giorno. Levatosi
il vento, si venne alle mani. La mischia fu, terribile: i barbari, ‘
a eccezione dei Fenici che eran di fronte àgli Ateniesi , combat-
terono senza disciplina e senz’ordine. Inoltre per la gran molti-
tudine e per la grossezza dei vascelli, malagevoli ai necessari
movimenti in uno stretto di maro come quello dove si combat-
teva, s’urtavano e s’impedivano fra di loro, né potevano scan-
sare i rapidi colpi che gli portavano le navi più leggiere dei
Greci. Quindi la linea persiana fu presto rotta, e tutta la flotta
disordinata s’ affrettò a ritirarsi a Falera. In quella battaglia
mori il generale Ariabigne, fratello di Serse, con un gran nu-
mero d’altri personaggi distinti"; e ci détte molta prova del suo
valore la regina Artemisia. Questa donna, vedendosi inseguita e
quasi raggiunta da una nave ateniese, si slanciò contro una nave
pi'rsiana che era vicina alla sua , e la colò a fondo. Lo stratta-
gemma riuscì gli Ateniesi supposero che fosso una nave
:
amica, quella che inseguivano, o cessarono di darle la caccia."
Al contrario, Serse che vedde 1’ atto d- Artemisia, credè che la
nave sommersa da lei fos.se greca; e dandone lòde alla regina,
esclamò che in quella giornata i soldati avevan combattuto da
femmine e le femmine da soldati. I Greci, i quali soffrirono poca
|x?rdita, distrussero ai nemici dugento vascelli, e molti altri ne
catturarono.
Tale fu l’esito della gloriosa battaglia di Salamina, com-.
battuta il 20 d’ottobre del 480 avanti l’ èra cristiana. Non dispia-
cerà certo che si riferisca il racconto che ne fece Eschilo, uno
dei combattenti, nella sua tragedia 1 Persiani. È un Nunzio che
racconta ad Atossa moglie di Serse :
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Appena il giorno venne * '
.
Co' suoi bianchi destrieri ad empier tutto
Di luce il mondo, un modulato alTaure
Eccitante clamor alzano i Greci,
£ r eco in un deir isolana rupe
Forte un rimbombo ne rendea. Spavento
Assalse i Persi in lor pensier traditi;
Chè non grido di fuga era quei grave
Inno, ma d’ oste che a battaglia corre
Con magnanimo ardire; ed accendea
Tutti que' petti la squillante tromba.
Concordemente ad un comando allora
'
Battono i remi il mar frequente, e al guardo
Lor flotta intera in un momento apparve.