Page 238 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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228 LEZIONE QUINDICESIMA,
jK*r riannodare le sue macchinazioni con Artabazo. Costretto
dagli Ateniesi a partirsi di li , andò a Coione nella Troade :
allora i suoi disegni si fecero più che mai manifesti. Quindi gli
Efori gli mandarono un ordine fulminante di ritornare a Sparta
immediatamente sotto pena d’ esser considerato come nemico
• pubblico. Pausania ritornò colla sjieranza di subornare coi do-
nativi i suoi accusatori o i suoi giudici. Al suo arrivo fu messo
in prigione, probabilmente per avere abbandonato Sparta senza
il permes.so degli Efori. Ma ne fu liberalo presto; e sottoposto,
per le solite accuse, a un novo processo, fu novamente asso-
luto. E lui dunque a continuar le sue mene.
Concepì l’idea d’ una rivoluzione degl’iloti |)er mettersi
|K)i, coll'aiuto dei Persiani, al loro governo. Si détte dunque
a spargere fra quei miseri schiavi delle promesse di riscatto e
di diritti civili e (wlitici. Alcuni degl’iloti stessi informarono gli
Efori di quella trama ma questi non prestavano fedo» a parole
:
di schiavi: d’altronde, per punire uno Spartano di stirj>e reale
e vittorioso capitano d’ eserciti, ci voleva una prova che non
desse luogo a dubbio ne.ssuno. Questa prova non mancò: il per-
fido traditore continuava la sua corrispondenza con Artabazo.
Un giorno e’ détte una lettera da portarsi a quel satrapo, a uno
Spartano suo ìntimo, per nome Argilio. Costui rifletté che nes-
suno di quelli che avevano avuto un simile incarico non era mai
ritornato ; e insospettito, apri la lettera e ci trovò la raccoman-
dazione al satrapo d’ uccidere quello che l’ avrebbe portata.
,
E’ corse immediatamente a mostrarla agli Efori ; e n’ ebbe 1’ or-
dine dì rifugiarsi, come supplichevole, nel tempio di Xettuno
presso il cai» Tenaro , oltre a un’ istruzione del come si doveva
contenere. In quel tempio ci si nascosero anche alcuni di loro,
in modo da esser testimoni di quanto accadrebbe senza esser visti.
Quindi fu fatto sapere a Pausania che Argilio si trovava nel
tempio di Nettuno. Accorso subitò li tutto ansioso per sapere il
gli disse d’ aver letto la lettera
perché di quella cosa, Argilio
che aveva per Artabazo , e lo rimproverò fortemente dell’ insi-
dia che gli aveva teso. Pausania allora confessò il suo torto
verso di lui, gliene chiese s<-usa, e lo pregò d’andare da Arta-
bazo e di non nuocere a’ suoi disegni , promettendogli di gran *
ricompense. Gli Efori sentirono tutto il delitto cosi era mani-
;
festo ; si decise d’ arrestarlo appena tornato in Sparta. Mentre
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