Page 241 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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SUPREMAZIA li’ ATENE. %3i
lo minacciava , jie restò commosso e l’ assicurò della sua pro'.-
tezionc. Ricusò infatti di consegnarlo a’-suoi persecutori che
arrivarono poco dopo, e lo fece scortare fino a Pidna, porto
della Macedonia , dove s’ imbarcò su una nave mercantile che
era per andar nell’ Ionia. Durante la traversata, insorse una
burrasca che spinse la nave verso Nasso , assediata in quel mo-
mento da una flotta ateniese. Per evitare il rischio d’essere «co-
perto da’ suoi concittadini, Temistocle allocasi manifestò al piloto
da cui non era conosciuto -, e mentre gli prometteva di ricom-
pensarlo largamente se lo volesse salvare, lo minacciava, in caso
diverso, d’ accusarlo come se avesse dato per danaro asilo a un
bandito che conosceva. Il piloto acconsenti a salvarlo e tenne
un giorno e una notte la nave sull’ àncora perchè nessuno po-
tesse sbarcare. Quietati i venti , continuarono il viaggio e arriva-
rono a Efeso. »
iDi li Temistocle andò a Susa. Ci arrivò che era: morto as-
sassinato Serse ed era doventato re il suo figliolo Artaserse. 11
profugo d’ Atene gli scrisse una lettera : « Io Temistocle che
» più d’ogni altro Greco feci danno. alla tua casa quando mi
« trovai costretto a resistere all’ invasione di tuo padre, ricorro
» ora a te. » * Qui si faceva un inerito d’ avere avvertilo Serse,
dopo la battaglia di Salamina, dell’ intenzione che i Greci ave-
v'ano d’ impedirgli la ritirata. Poi concludeva che si trovava per-
seguitato a motivo della sua amicizia pel re di Persia ; amicizia
che prometteva di dimostrargli, rendendogli importanti servigi.
Chiedeva però un anno di tempo onde imparare la lingua per-
siana, e poter comunicare a lui i suoi disegni senza bisogno d’in-
terprete.
Dopo un anno infatti l’ aveva imparata benissimo, e si pre-
sentò ad Artasersoda cui ricevè grandi onori e ricchezze : giac-
ché, secondo l’ uso orientale, gli furono assegnato tre floride città
pel proprio mantenimento ; Magnesia pel pane, Lampsaco pel
vino e ‘Miunte pel companatico. Andò a stare a Magnesia c ci
menò una vita principesca. 'Mori in quella città, ma non si sa con
certezza né il tempo nè il modo della sua morte. Tucidide * af-
ferma che meri di malattia : secondo Diotloro e Plutarco,* s’av-
1 , 137. ,
I .Tocid-,
= I, 138.
* Diod. XI , óS j Fluì. •
, , Temisi. ,31.
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