Page 344 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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334 . LEZIONE VENTESIMA.
attribuirebbe alla sua lentezza il triste esito della guerra. Ne ad-
dusse jierò, senza spiegarsi chiaramente, un’altra ragione; cioè
che aveva dell’ intelligenze con dei Siracusani , e che questi gli
facevano sperare un rivolgimento di cose. Gli altri due generali
lo contentarono, e si stabili di rimanere ancora in Sicilia. Ma
quando poco doi» si seppe che in Siracu.sa c’ era entrato degli
allri rinforzi, e si vedde per di più una forte epidemia prodotta
dall’ insalubrità del campo diminuire l’armata, anche Nicia
opinò jx’r la ritirata. Tutto era pronto per questa, quando un ec-
clissi di luna venne a spaventare il superstizioso generale, che
volle novamentc differir la- partenza per fare dei sacrifizi. I Sira-
cu.sani, venuti a sa(x.‘re che gli Ateniesi erano decisi a partire, o
r avrebbero già fatto furtivamente se non gliel’ avesse impedito
l’ecclis.si, s’imbaldanzirono, e gli attaccarono per mare e per
terra, l’er terra ebliero la peggio jier mare riportarono un’ in-
;
signe vittoria, e catturarono diciotto navi nemiche. Per impe-
dirgli poi la partenza, chiusero l’imboccatura del porto attra-
versandola con una fila di triremi e navi da carico fermate
sull’ àncora.
1 generali ateniesi, avendo ancora 110 navi, risolverono
d’aprirsi il passo colla forza, e lo mossero in ordinanza. L’ar-
mata di terra, la schierarono sulla costa. Lo stesso fecero della
loro i Siracusani. Avvenne cosi nel porto di Siracusa una bat-
taglia navale, la più pittoresca forse (se si prescinde dalla sua
terribile importanza) che ci presenti la storia : una prova seria
di quelle naumachie che gl’ imperatori romani solevano poi dare
coi gladiatori sui laghi italiani per divertimento del popolo. La
battaglia fu dello più accanite e feroci. I vascelli in quello spa-
zio ristretto urtandosi insieme , davano un frastono che metteva
terrore. Di qua, di là si scagliava una pioggia di giavellotti e
di pietre, si faceva ogni sforzo per venire all’ arrembaggio. Molte
volte avveniva che mentre uno assaliva da una parte, si sentiva
assalito dall’altra. Per lungo tempo la vittoria rimase indecisa:
per cui le armate di terra, spettatrici trepidanti del sanguinoso
spettacolo, ora Luna ora l’altra intonava l’inno del trionfo o
mandava i gemiti della sconfitta. Finalmente i Siracusani pre-
sero il sopravvento e incalzarono gli Ateniesi fino alla costa. Al-
, chi corse in aiuto delle navi
lora r armata terrestre di questi
i più) non pensava che
chi alla difesa delle trincee, chi (e furono