Page 446 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
P. 446
436 LEZIONE VENTISETTESIMA.
la più piccola insolenza che facessero, gli puniva con una seve-
rità, con una durezza inflessibile. Cercò pure di domarli con al-
tri mezzi: dando a loro molte cariche nella sua corte, stimo-
landoli allo studio dello lettere , servendosene per missioni
diplomatiche. E per avere in suo possesso una valida garanzia
contro di loro, formò un corpo di soldati, scelti tutti fra i gio-
vani delle primarie famiglie, che dovevan difendere la persona
di lui e portare il nome di compagni del re. Ci entrò una gara
fraiTiobHi a chi otteneva queU’onore pei propri figlioli, senza
punto sospettare che questi erano altrettanti Ostaggi che mette-
vano nelle mani di Filippo. i
Quanto all’ armata, gli fu facile d’ organizzarla e discipli-
narla perchè l’ indole dei Macedoni era naturalmente guerresca.
Di 10,000 uomini di cui la si componeva dapprima, Filippo la
portò a poco a poco al considerevole numero di 30,000. Di mano-
in mano che cresceva di numero e s’agguerriva, cresceva pure
la sua importanza; e si venne al punto, che l’acquistò, fra gli
altri diritti, quello di giudicarci delitti d’alto tradimento. Il
nucleo di essa fu la famosa falange di cui la prima idea era stata
data da Epaminonda, e che fu formidabile a tutti finacchè non
venne a rompere contro la legione romana. Era un parallelo-
grammo formato da sedici file di 500 soldati ciascuna, che sta-
vano quanto più potevano ristretti e compatti affinchè l’impeto
del nemico non gli potesse disordinare. Erano coperti di grave
armatura; e oltre la spada, avevano la san'ssa, lancia lunga sette
metri. In conseguenza, quando le prime sei file abbassavano la
sarissa, gli nomini della prima fila si trovavano protetti da sei
punte' acuminate che distavano un metro l’ una dall’ altra ; cioè, il
soldato che stava sulla fronte aveva, sei metri dinanzi al suo
petto, la punta della propria lancia ; a cinque metri, quella del
soldato che gliera dietro in seconda fila; a quattro metri, quella
del soldato di terza fila, e cosi di seguito. Era una siepe di ferro
impenetrabile.
Tutte queste cose, Filippo le aveva già fatte prima che
spirassero i due anni dalla morte di suo fratello. Ristabilita al-
lora e assicurata la quiete alla Macedonia, fattala ricca d’un’ar-
mata potente, e costituito un potere unico e forte, l’animo suo
s’apriva a più ambiziose speranze, e si disponeva a entrare ani-
mosamente nella via delle conquiste. I suoi sguardi si volsero