Page 453 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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FILIPPO II. 443
» di conservarci i nostri dominj , di presentarci arbitri delle dis-
» sensioni degli altri, noi invece vedemmo passare ad altri le terre
» già nostre, dissipammo senza nessun prò più di 4500 talenti,
» perdemmo nella pace gli alleati che ci aveva resi la guerra, e
» ci siamo finalmente messi sul collo un nemico cosi poderoso.
)j Chiunque lo vuol negare, si mostri, e mi dica dunque in grazia
» di chi, se non di noi, ha potuto Filippo inalzarsi tanto. Ma via, se
» le cose di fuori uonson gran fatto gloriose, son però doride quel-
» le della città. Si ehi cos’abbiamo fatto noi da vantarci? Imbian-
» cature di muraglie, riparazioni di strade, ornamenti di fontane
» e altre siffatte bazzecole? Volgete, volgete, o Ateniesi, i vo-
» stri sguardi sugli autori di quelle inezie: questi son passati
» dalla miseria all’opulenza; quelli, d’oscuri e dappoco che era-
» no, son doventati illustri e potenti; alcuni si son fabbricati dei
» suntuosi palazzi da disgradarne gli edifizi dello stato; e quanto
» più s’é abbassata la fortuna pubblica, più s’è inalzata la loro.
» E qual è mai la cagione di tanto disordine? da che mai di-
» pende che allora tutto andava bene, e ora invece va tutto ma- *
» le? Dipende da questo. Ateniesi: che allora, il popolo andava
» animosamente alla guerra, era il sovrano dei ministri, il di-
» spensatore di tutte le grazie, e ognuno si riputava felice di ri-
7> cever dal popolo gli onori, le magistrature, i favori. Ora, al
» contrario, le grazie sono nelle mani dei ministri: fanno loro
» ogni cosa, son tutto loro; e voi, voi popolo, snervati, avviliti,
j> privati dello vostre ricchezze, dei vostri alleati, delle vostre
» forze, voi siete considerati come un di più, come tanti servii
» troppo felici se questi degni capi vi dànno un po’ di danaro
» per gli spettacoli, se vi buttan dinanzi una qualche magra
» pietanza; e per colmo di viltà, voi gli ringraziate come se vi
» fossero larghi di cose che non son vostre.... E questi disordi-
» ni, per Dio! non mi maraviglierei d’ essermi esposto, dipin-
» gendoveli, ai vostri colpi, io, piuttosto che i loro colpevoli
» autori! Infatti, il parlar franco non è sempre udito da voi; e
» se ora lo tollerate, la è cosa che mi stupisce altamente. » * E
per parlar cosi, bisogna creder davvero che Demostene avesse
un gran coraggio civile, se si pensa che, poco prima, il dema-
gogo Eubulo aveva fatto passare un decreto insensato che sta-
biliva la morte per chiunque proporrebbe d’adoperar per la
* Demost., Seconda Olìnliaca.