Page 482 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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472 LEZIONE. VENTUNOVESIMA.
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delle novità introdotte dal primo eran Volute dalla sua profonda
politica che mirava a unire insieme i due popoli. A ogni modo,
loro s* abbandonarono alle critiche, alle mormorazioni, alle in-
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solenze, fors’ anche alle congiure; luì, all’orgoglio e al dispoti-
smo, la di cui strada è così sdrucciolevole, chi abbia fatto tanto
di mettercisi. Pilota, Parmenione, Olito, Callistene ne furono le
vittime. Pilota, generale di cavalleria, aveva saputo d’una co-
spirazione contro la vita del re, e non gliene disse nulla. Quando
questo lo seppe per un altro mezzo dopo tre giorni , irritato del
silenzio di Pilota, l’accusò lui stesso dinanzi all’armata come
complice della congiura. Il generale fu lapidato. Sospettando poi
che fosse complice della congiura medesima anche il vecchio
Parmenione, il suo amico, il miglior generale di Pilippo, op-
pure temendo eh’ e’ vorrebbe vendicare la morte di, quel suo
figliuolo, mandò un sicario a ucciderlo a Ebbatana dove si tro-
vava per custodire gl’ immensi tesori che c’eran raccolti.
La morte di Olito e di Callistene ebbe luogo nel 327, a Ma-
racanda, nella Soddiana. Mentre un giorno Alessandro era a
mensa co’ suoi generali, uno degli adulatori si détte a esaltarlo
fuor di modo, confrontandolo a Pilippo di cui intanto abbassava
le imprese. Olito, che aveva salvato la vita al re nella battaglia
del Cranico, non può frenarsi : esalta, alla sua volta, le imprese
di Pilippo , e dice che la più parte della sua gloria, Alessandro
la doveva all’armata, come a lui doveva la vita. A queste pa-
role, il re, a cui il vino aveva già tolto la ragione, leva di mano
a una guardia la lancia e con un colpo stende morto l’ amico.
Immediatamente pentito di quell’atto brutale, rivolgeva la punta
dell’arme contro il proprio petto se non ne fosse stato impedito;
e per tre giorni si tenne chiuso nella sua tenda piangendo e ma-
ledicendosi. Ma non per questo si proponeva di reprimere il suo
orgoglio e d’ esser lento a versar sangue. Alcuni persiani gli si
prostrarono, un giorno, adorandolo come figliuolo di Giove Am-
mone. Il filosofo Callistene d’ Olinto, uomo d’austera virtù, di-
scepolo d’ Aristotile, riprovò apertamente quell’ umiliazione. Pel
momento, non gliene venne nessun male: ma essendosi poco
dopo scoperta una cospirazione contro il re, tramata da un gio-
vane chiamato Ermolao, fu accusato come uno de’ complici an-
che Callistene,' e fu mandato a morte cogli altri.
Dopo questi fatti, che deturpano molto la gloria che Ales-