Page 536 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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526 LEZIONE TRENTADUESIMA.
lavano, in guerra, da cattivi soldati, e non s’ occupavano, in
pace-, che di sospirare e spiare l’ opportunità di .sconvolger le
cose.
Di riparare a questi gravi mali di Sparta, lo volle tentare
Agide IV salito, nel 24i, sur trono degli Euripontidi. -Voleva
cominciare da fare un’ uguale spartizione delle terre, vai’ a dire
levare ai pochi ricchi a prò dei moltissimi poveri: ardito dise-
gno e d’assai difficile esecuzione. Ccm’è naturale, s’oppone-
vano la più parte dei ricchi, per interesse; s’ opponevano i vec-
chi per avversione alle novità; s’ opponevano le donne, abor-
renti di risoggiacere a quella vita severa a cui l’ aveva condan-
nate Licurgo: e 1’ opposizione era capitanala da Leonida, l’altro
re. Al contrario, Agide era sostenuto dai poveri e dalla gio-
ventù’, anche ricca, sempre generosa, sempre pronta ai sacrifizi
per amor della patria. Gli era poi riuscito di tirar dalla sua la
sua madre Agesistrata e la sua nonna Archidamia che erano le
più ricche donne della città. E approvavano le sue idee anche
tre dei principali cittadini : Lisandro, discendente dal vincitore
d’ Atene di cui aveva pure molte qualità; Agesilao, zio materno
d’ Agide, valente oratore; e Mandroclida prudente e audace se-
condo il bisogno, e quindi molto destro a condurre gli affari.
Datosi cura Agide di far nominare Lisandro uno degli Efori,
presentò al senato, per mezzo di lui, la legge riformatrice. Era
stabilito da questa : abolizione dei debiti , divisione del terreno
in 19,500 porzioni, di cui 15,000 sarebbero per altrettanti Pe-
rinei che fossero atti all’ armi, e 4500 pei cittadini di Sparta;
aumento dunque dei 700 cittadini attuali fino al numero di 4500,
scegliendo i soprannumerari fra i Perinei e fra gli stranieri che
avessero una bona educazione e fossero giovani e vigorosi di
corpo; ristabilimento delle fidizie e di tutte le istituzioni di Li-
curgo. Nel proporre queste riforme, Agide dichiarava di mettere
in comune, pel primo, le sue molte terre e secento talenti che
possedeva in danaro. La madre e la nonna di lui imitarono su-
bito quel generoso sacrifizio. La proposta fu molto discussa, e
finalmente fu rigettata a un solo voto di maggioranza.
Pensarono allora i riformatori che fosse necessario .sbaraz-
zarsi di Leonida. A questo scopo, LLsandro, usando dell’auto-
rità di eforo lo accusò come trasgressore d’ un’ antica legge
,
che proibiva agli Eraclidi di sposare, come aveva fatto appunto