Page 561 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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SOTTOMISSIONE DELLE “COLONIE GRECHE AI ROMANI.* 551
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a ogni occasione; e siccome era unita alla citta mediante* un
molo, lui ne la divide per mezzo d’un muro che inalza attra-
verso al molo medesimo. Fa inoltre una distribuzione del terri-
torio di Siracusa: le migliori porzioni, le dà a’ suoi amici e ai *
.
magistrati il resto ,< lo spartisce a parti uguali fra gli avveni-
;
ticci e i cittadini; comprendendo sotto questa denominazione
anche gli schiavi affrancati che furon chiamati neopoliti (noVi
cittadini). Ma i tiranni, per quanto facciano, non acquistano
mai l’amore vero del popolo; e però, quando Dionigi che vo-
leva conquistare l’ intera Sicilia si fu allontanato per andare a
impadronirsi della vicina città d’ Erbesso, i Siracusani insorsero
contro la sua signoria. Accorse subito, ma si trovò obbligato a
ritirarsi nel quartiere della città che aveva fortificato, cioè in
Ortigia. Avrebbe dovuto finalmente ritirarsi anche di li, se mil-
ledugento Campani che i Cartaginesi avevan lasciato nell’isola,
guadagnati dal suo oro e dalle sue promesse , non fossero piom-
bati improvvisamente soprà Siracusa e non avessero cosi aiutato
Dionigi a ristabilirci la sua autorità.
Allora riprese il suo piano di conquista, e s’impadronì
d*Enna,<di Catania, di Nasso, di Leonzio, della quale ultima
città condusse gli^abitanti a Siracusa. Gli abitanti di Reggio,
temendo che volesse invadere la Magna Grecia, vollero preve-
nirlo, mandandogli contro, a Messina, un corpo di soldati: ma
nacque fra loro della discordia, e doveron tornare in patria
senza aver fatto nulla. A ogni modo, ciò servi più tardi di pre-
testo a Dionigi per entrar nella Magna Grecia. Se non lo fece
allora, fu per rivolgere tutte le sue cure ai preparativi per la
gran lotta che aveva in animo di sostenere contro i Cartaginesi.
Quei preparativi furono veramente colossali. Raccolse 60,000 ope-
rai dalle campagne di Sicilia, dall’ Italia, dalla Grecia e per-
fino dai paesi dipendenti da Cartagine. Gli distribuì in tante
terme sorvegliate, ognuna, dai cittadini più distinti. L’altezza
del salario che gli pagava ordinariamente, la ricchezza dei
premi che dava ai più attivi e ingegnosi, le vìsite quotidiane
che gli faceva, l’affabilità con cui gli trattava, fino a invitare,
a volte; ì più bravi alla sua tavola, tutto ciò infondeva in loro
un ardore, un’ emulazione maravigliosa. Da quell’ immensa mol- 4
titudine d’ operai lu fabbricata una flotta di più di 300 navi da
guerra, e 160 rimesse nelle quali tenerle; 104 mila scudi; altrettante
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