Page 567 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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SOTTOMISSIONE DELLE COLONIE GRECHE AI ROMANI. 557
(e però i popoli quanto più son liberi tanto più la dovrebbero
temere e combattere), Siracusa ricadde di novo sotto la tirannia
d’Eraclide, di Sosistrato, e finalmente d’ Agatocle, uomo d’animo
audacissimo.
Gli era figliolo d’ un pentolaio ed esercitò, per qualche
tempo, il mestiere del padre. Entrato poi nell’armata, e pel
molto coraggio che dimostrò e per la sua bellezza incompara-
bile fu presola ben volere da uno dei più ricchi siracusani che
gli procurò il grado di chiliarca. Morto il suo protettore , ne
sposò la vedova e n’ ereditò le ricchezze. S’ accrebbe cosi 1’ au-
torità che aveva già ottenuta co’ suoi meriti personali , e si di-
chiarò aperto sostenitore dei diritti del popolo. Allora Sosistrato
l’esiliò; e Agatocle si ritirò prima a Crotone, poi a Taranto,
dalle quali città fu parimente espulso per aver destato dei so-
spetti che volesse farsi tiranno. I Siracusani lo richiamarono
quando ebbero espulso Sosistrato, e gli conferirono il comando
dell’ armata. fassò poco tempo, che anche loro s’accorsero dei
disegni ambiziosi d’ Agatocle; per cui lo depongono da quella
carica e commettono a dei sicari d’ ucciderlo. E’ non scansa la
morte che facendo vestire de’ suoi abiti uno schiavo che resta
uccciso invece sua. Lui intanto fugge dalla città: ma raccolta
poi della truppa, ci. rientra forzatamente; accusa dell’attentato
alla sua vita il consiglio dei Secento ; ne fa uccider molti ; e
arringando al popolo, dichiara che il suo unico scopo era di
liberarlo dall’oppressione degli oligarchi, e ora che quello scopo
Tha raggiunto, rinunzia al comando. Aveva però avuto la scal-
trezza di parlare qua e là, nel suo discorso, di abolizione dei
debiti, di divisione uguale di terreni: quindi la plebaglia lo
supplica d’assumere il potere supremo. Lui fa un poco il meti-
culoso, poi accetta. Avveniva ciò nel 316.
Doventato sovrano assoluto di Siracusa, non abusa del suo
potere; s’adopera molto pel bene della città; si mostra affet-
tuo.so, affabile con tutti; non vuole né diadema né guardie. In
tal modo si procaccia ogni giorno più il favore popolare; e non
solo s’afforza nella signoria di Siracusa, ma va pure estenden-
dola a poco a poco sull’ altre città della Sicilia, anche su alcune
di quelle che erano alleate dei Cartaginesi.
Eccolo dunque in guerra con questi e con quelle città
.sicule che parteggiavan per loro. Le attacca energicamente, e
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