Page 98 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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88 ' LEZIONE QUINTA, •
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conoscere la condizione miserabile degl’ Iloti , ci mostra al tempo
stosso quanto il governo sparlano fosse misteriosamente dispoti-
co, e di quanti mezzi disponesse a’ suoi fini. ,
Ed.Qcco un altro esempio d’inaudita barbarie nel fatto
dell’imboscata o criptia, come la chiamavano i Greci, e che
\orremmo fosse cosa del tutto falsa o almeno assai esagerata
come sostengono molli. Di tanto in tanto, dei giovani spartani,
armati di pugnale, erano spediti a percorrere te campagne, por
osservare (a quanto paro) quali fra gl’ Iloti mostrassero nella
faccia e negli atti, coraggio, forza, nobiltà di sentimenti; quelli
insomma che parevano potere essere più pericolosi ai loro padro-
ni. Ciò fatto, si nascondevano ; e poi, coll’opportunità della not-
te , si scagliavano freddamente su quegl’ infelici che lasciavano
intrisi nel proprio sangue.
Ma qui cessiamo non .senza un fremito d’ira, come dev^c
provare chiunque ha core d’ uomo ; e crede che gli uomini, es-
sendo tulli d’ una medesima specie, e dolati tutti delie medesime
facoltà, dovrebbero anche esser tutti uguali di fronte all’ umane
leggi, come lo sono dinanzi alla giustizia divina.
LEZIONE SESTA.
SPARTA FINO ALLE GUERRE PERSIANE.
Plutarco è d’opinione che Licurgo fos.se uomo mansueto e
pacifico. * Se dunque nel dettar le sue leggi e’ mirò, oltre alla
cessazione dell’anarchia, anche a render forti gli Spartani, ciò
dovè essi're perchè fossero rispettati dagli stranieri, e potessero
respingere le loro aggressioni
, e non perchè si facessero aggres-
sori essi stessi. Ma com’era possibile ottenere di trattenerli dal-
l’ offendere, dopo averli educati più che alla robustezza alla vio-
lenza ? dopo aver convertito la città in un campo, nel quale fin
da fanciulli s’esercitavano a trattar Tarmi, e a riporre i loro
* Plut., Lic. 23.