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Lezione 3
Ascolta il secondo dialogo Posłuchaj drugiego dialogu
31 Salvatore: Hai presente la moda degli anni ‘80?
Sara: Come no? Certo! Non solo la moda, ma anche il trucco e la pettinatura. Mamma mia! Che kitsch!
Salvatore: È vero! Meno male che noi due eravamo ancora troppo piccoli per imitare quei modelli!
Sara: Sì, io ero proprio piccola, ma mi ricordo le mie sorelle e le nostre cugine... Avevano tutte i capelli
tinti!
Salvatore: Vero! Non la treccia o la crocchia. E che tagli strani, anche per i maschi! Ti ricordi? I capelli lunghi
dietro e rasati ai lati! Ma... aspetta... quanti anni avevano le tue sorelle e cugine?
Sara: Erano giovanissime... avevano 13–14 anni. So che può sembrare strano, ma noi, ragazzi e bambini,
eravamo tanti, mio padre e nostro zio lavoravano dalla mattina alla sera per mantenere le famiglie
e non avevano tutto quel tempo per badare a cosa facevamo o a come vestivamo. Erano altri tempi!
Le famiglie erano più numerose.
È vero che le donne spesso facevano
le casalinghe, ma mia madre era malata
e sua sorella, cioè mia zia, stava sempre
negli Stati Uniti. Non si sentiva bene
in Sicilia, da americana era decisamente
più emancipata. Poi, anche fi sicamente
mia zia era molto diversa dalle donne
siciliane. Era più alta, aveva i capelli biondi
e corti e i suoi occhi erano chiari. Insomma
passava qui solo l’estate e quando arrivava
con le sue valigie per noi era una festa!
Ci portava sempre tanti regali: bei vestiti, molti cosmetici, ecc.
Salvatore: E durante la giornata con chi stavi?
Sara: Nella vita quotidiana le mie sorelle e le mie cugine erano
per me l’unico modello femminile. Mi piaceva tutto di loro, anche
le pettinature! Le invidiavo, anche perché io avevo i capelli deboli
e per forza li dovevo portare corti. Sai, com’è... Volevo essere come
le mie cugine, vestire come loro, truccarmi come loro, comportarmi
come loro e uscire con loro, ma non lo volevano capire.
Non volevano mai passare il tempo con me, si chiudevano
in un’altra stanza, si raccontavano in segreto tante cose e mentre
parlavano ridevano come matte. Quando gli chiedevo di cosa
ridevano mi dicevano che ero troppo piccola per capire.
Io ovviamente cercavo di origliare dietro la porta, ma mi scoprivano
subito e mi cacciavano via. E allora io non dicevo niente, ma zitta
zitta preparavo le mie “vendette”: cercavo di tagliargli i tacchi delle
scarpe con la lima per le unghie o gli mettevo del sale o del pepe
nel rossetto...
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1. Le sorelle di Sara erano più grandi di lei di tredici-quattordici anni.
2. Il padre di Sara aveva molto tempo per lei.
3. La zia di Sara andava in Italia ogni tanto.
4. Le cugine di Sara avevano i capelli deboli.
5. La cugine di Sara le raccontavano i loro segreti.
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