Page 14 - Феличе Трояни "Хвост Миноса"
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способность, с которым они сделали перевод этого произведения и
комментарии к нему.
Introduzione
Ascanio Trojani (nipote di Felice Trojani)
Uno dei problemi nella organizzazione delle esplorazioni scientifiche era (ed è) quello di
trovare i soldi per farle e a chi chiederli. Questi finanziatori oggi li chiamiamo sponsor,
grandi società o persone ricche oltre la comprensione della gente normale o, molto più
raramente, delle nazioni; di solito, lo sponsor vuole qualcosa in cambio, un po’ gloria
oppure - sempre con i termini di oggi, 2022 - la visibilità del suo nome o del suo prodotto.
La spedizione del dirigibile Norge al Polo Nord, che precedette nel 1926, con ben
diversa fortuna, quella dell’Italia, fu in parte finanziata dal ricchissimo padre di Lincoln
Ellsworth, senza altro guadagno che la gloria per il proprio nome (la spedizione, infatti, si
chiamava Amundsen-Ellsworth-Nobile).
Oggi vediamo le tute degli esploratori ricoperte dai marchi degli sponsor, ma già allora
(1926-1928) molte dotazioni tecniche erano accompagnate dal nome del fabbricante: per
la spedizione dell’Italia, la tenda (poi divenuta celebre come Tenda Rossa, anche se rossa
non lo è mai stata) era stata costruita su progetto di Felice Trojani dalla ditta Moretti di
Milano, le combinazioni di volo polare erano state fornite dalla ditta Gino Giusti di
Roma (era davanti alla Fontana di Trevi), gli alimenti ad alto contenuto energetico dalla
Glaxo (latte maltato) e dalla Talmone/Venchi-Unica (cioccolata).
Tra i finanziatori della spedizione dell’Italia, c’erano sopratutto il Comune di Milano
(tanto che la nave appoggio a Kingsbay venne ribattezzata in loro onore proprio Città di
Milano), la Reale Società Geografica Italiana (RSGI, l’organizzatore della spedizione),
lo stesso stato italiano che mise a disposizione mezzi e uomini della Regia Aeronautica e
della Regia Marina.
Benito Mussolini non credeva al futuro dei dirigibili, aveva Nobile in sincera antipatia
- sostenuto in questo da Italo Balbo, il trasvolatore e Ministro dell’Aeronautica - ed era
conscio dei grandi rischi della spedizione ma, da abile comunicatore, sapeva anche che un
successo avrebbe portato con sé un enorme beneficio propagandistico al regime, così come un
disastro avrebbe arrecato altrettanto danno. Mussolini scelse quindi di sostenere la
spedizione, ma senza che il regime apparisse ufficialmente coinvolto, così da poter
raccogliere gli effetti del successo come evitare di essere travolto se le cose andavano male.
La Reale Società Geografica Italiana, invece, dal sostegno alla spedizione voleva -
sempre con le parole moderne - l’esclusiva dei racconti, dei libri, delle interviste. Tutti i
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