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Come un sasso fatto cadere su uno specchio d’acqua crea un fenomeno ondulatorio,
               cosi anche un energia che si propaga nello spazio crea onde elettromagnetiche (un
               esempio è la luce, oltre naturalmente alle varie trasmissioni televisive, radiofoniche
               etc.) e una vibrazione che come una molla comprime e decomprime le molecole d’aria
               crea onde sonore che come le onde elettromagnetiche  si propagano nello spazio
               tridimensionale. La velocità di propagazione delle onde elettromagnetiche e della luce
               è di circa 300.000 km al secondo mentre quella del suono è di 340 metri al secondo.
               Le onde presentano creste ed avvallamenti e ripetendosi periodicamente nel tempo ci
               danno come parametri di riferimento la frequenza (numero di oscillazioni al secondo
               misurate in hertz), la lunghezza d’onda (velocità di riferimento, in questo caso 340
               diviso la frequenza) e il periodo ( t = 1/f ) che è l’inverso della frequenza e dunque il
                                                                 tempo in cui avviene un oscillazione.
                                                                 Nel caso delle onde elettromagnetiche
                                                                 siamo in  grado coi nostri occhi di
                                                                 sintonizzarci solo su un  determinato
                                                                 spettro elettromagnetico (la luce
                                                                 visiva) ma esistono frequenze più alte
                                                                 (ultravioletti, raggi x, gamma etc.)  e
                                                                 più  basse ( infrarossi e via via
                                                                 scendendo microonde, uhf, vhf, onde
                                                                 corte,  medie,  lunghe  etc.)  che  non
                                                                 siamo in  grado di vedere ad occhio
                                                                 nudo. Per quello che riguarda i suoni
               l’orecchio umano riesce a percepire frequenze che vanno dai 20 ai 20.000 hertz circa,
               sotto abbiamo gli  infrasuoni e sopra  gli ultrasuoni.  L’intensità dell’onda sonora  e
               quindi l’ampiezza dell’onda aumenta quanto maggiore è la variazione di pressione e
               quindi di densità dell’aria.
               Gli elementi fondamentali per l’analisi del suono sono delle onde sonore dette onde
               sinusoidali. Le onde sinusoidali che compongono l’onda sono  dette armoniche, la
               prima armonica o fondamentale corrisponde ala frequenza dell’onda in esame, mentre
               la 2° armonica ha frequenza doppia, la 3° frequenza tripla etc.
               Ci sono poi le ottave, la  base ottava e ottave dalla  1° alla  7° e qui la frequenza
               raddoppia sempre per ottava.
               Le sensazioni che dà un onda sonora quando colpisce un orecchio sono quindi date
               dall’ampiezza  che  ci  dà  la  sensazione  di  intensità,  dalla  frequenza  che  dà  la
               sensazione di altezza e di tonalità ( la stessa nota  può variare di qualche hertz a
               seconda  dello strumento o dei vari accordi ) e di timbro ( la stessa frequenza  dà
               sensazioni diverse a seconda dello strumento con cui è eseguita ).
               Sempre riguardo  alle sensazioni dobbiamo  anche ricordare come certi accordi
               musicali suonino in modo consonante, altri dissonante. Già Pitagora aveva notato che
               due note suonate insieme producono in noi un sensazione tanto più gradevole quanto
               più le loro frequenze fondamentali stanno nel rapporto di piccoli numeri interi  (ad
               esempio, in ordine di consonanza decrescente, 2/1 per l’intervallo di ottava, 3/2 per
               quello  di quinta perfetta do-sol, 4/3  per la quarta  perfetta do-fa, 5/4 per  la terza
               maggiore do-mi e cosi via.





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