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Ma c’é qualcosa di vero nella percezione (enfatizzata dalla campagna mediatica) che
recentemente le diseguaglianze siano assai maggiori che nel recente passato? Perché
dobbiamo ancora capire se sia vero che una maggiore diseguaglianza nella
distribuzione del benessere (nel frattempo molto aumentato nel suo totale) abbia
effettivamente impoverito la maggioranza delle popolazioni. Cosa ci dicono i dati?
Il grafico più completo viene sempre da Wikipedia (cliccare per una versione ad alta
risoluzione):
Se osserviamo (certo con fatica) cosa è successo nei vari paesi, rileviamo andamenti
molto diversi: la diseguaglianza nella distribuzione del reddito è cresciuta, anche in
modo significativo, in paesi come USA, Cina, UK, Polonia. E’ rimasta invece
costante, più o meno, in Canada, Giappone, Svezia, Belgio, Brasile. Questo significa
che se in questi paese il PIL pro capite è aumentato, è praticamente certo che la
maggioranza dei cittadini ha migliorato il proprio tenore di vita. Virtuosissimi, invece,
Francia, Italia, Norvegia: in questi paesi la diseguaglianza nella distribuzione del
reddito è, nel periodo temporale consolidato, significativamente calata. Considerato
che anche per loro il PIL pro capite è aumentato, i cittadini di questi paesi hanno
migliorato le proprie condizioni di vita, proporzionalmente, ancora più dei precedenti.
Vale la pena osservare che un indice di Gini molto basso non è un “bene assoluto”
molti paesi estremamente poveri hanno indici di disparità molto “migliori” di quelli
di paesi ricchi: la loro popolazione è, purtroppo, “equamente” povera (l’indice di
Gini dei Neanderthal era probabilmente sommamente equo).
Gli osservatori acuti noteranno che i dati disponibili per gran parte dei paesi si
fermano a prima del 2000. Quindi, c’è la possibilità che il comportamento virtuoso sia
stato distrutto dal Grande Nemico, l’Oscuro Signore dei complottisti, l’euro.
Fortunatamente, a Mord… Bruxelles c’é una ottima base statistica, che contiene gli
indici di Gini per tutti i paesi dell’EU, a partire dal 1995:
Non occorre essere dei fini analisti per rendersi conto che negli ultimi 15 anni, a parte
la citata Spagna (e la negativamente sorprendente Danimarca!), non ci sia stata una
significativa variazione nella distribuzione del reddito (la scala di questo grafico è
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