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L'approccio  antropocentrico fa  anche  apparire la  questione animale e quella
               ambientale come fossero due questioni separate. Non c'è da sorprendersi. Le persone
               alienate, che sono esse stesse al di fuori della natura, vedono anche gli animali come
               non connessi al loro ambiente. Ma l'intero pianeta è un unico sistema. E la totalità del
               pianeta  è più grande della somma delle sue parti animali, vegetali e minerali.
               Separare gli animali dall'ambiente è un costrutto mentale umano. Non ha niente a che
               vedere con la realtà.

               Adottare  una visione  biocentrista significa al contrario, considerare gli umani  non
               come il centro del pianeta, ma come uno dei partecipanti, in una moltitudine di altri
               esseri. Gli elefanti, le lontre, i  branzini, i ragni e  gli  avvoltoi ecc. hanno lo stesso
               diritto degli umani di vivere su questo pianeta.

               Molta gente dichiara di amare gli animali. I cacciatori dicono di amare la natura,
               anche se scaricano i loro fucili contro qualsiasi cosa si muova. I bracconieri insistono
               che anche loro amano gli animali e sostengono che le tagliole che usano non sono
               troppo dolorose  per  gli sfortunati animali che vi restano intrappolati.  Perfino i
               vivisettori millantano amore  verso gli animali, insistendo  che le torture cui
               sottopongono  gli animali sono necessarie per la  salute umana. L'egoismo e
               l'antropocentrismo delle convinzioni di cacciatori, bracconieri e vivisettori dovrebbe
               essere evidente anche per le persone che non s'interessano degli animali. Questa
               visione di alcuni presunti "amanti degli animali", è evidentemente ridicola. Per loro,
               ad esempio, torturare e uccidere animali nei laboratori è giustificabile, se si tratta di
               ricerca "necessaria", purché sia fatta in modo compassionevole. Perfino  mangiare
               animali è accettabile, purché siano "macellati in modo umanitario"... Il concetto di
               "macellazione umanitaria" - qualunque cosa significhi - è una perversione. Dimostra
               quanto gli umani siano confusi  riguardo a ciò che va considerato  umanitario.
               "Macellazione umanitaria" è un ossimoro, come "intelligence" militare. Credo invece
               con fermezza che uccidere un essere innocente, umano o non umano, che non vuole
               morire, non sia mai umanitario. Potresti mai considerare umanitario l'assassinio di
               tuo fratello o di tua sorella? Cosa diresti se l'assassino si scusasse dicendoti che ha
               ucciso tua sorella con amore, con un'overdose di barbiturici, o con l'elettrocuzione?
               Sorrideresti, e considereresti umanitario il suo assassinio? Resta evidente che il vero
               scopo, nel definire "umanitaria" la macellazione, sia rendere la faccenda più facile
               per gli uccisori. E' da notare come, ogni anno, nei canili statunitensi, vengano uccisi
               almeno quindici milioni di animali. Il pubblico non vuole sapere che gli animali di cui
               si è disfatto vengono uccisi con una bastonata in testa. E' più umanitario, secondo la
               gente, uccidere gli animali in modo più discreto - con un'iniezione, ad esempio. Non
               ha importanza che gli animali eliminati vengano assassinati esclusivamente a causa
               della  negligenza umana e della mancanza di volontà  di cambiare il sistema,  ad
               esempio impedendo la vendita di animali nei negozi, o rendendo illegale la
               riproduzione e obbligatoria la sterilizzazione. E' totalmente inconciliabile opporsi alla
               sofferenza degli animali, ma non al loro assassinio.

               Tante persone risultano essere contrarie agli allevamenti intensivi, in cui gli animali
               sono trattati come macchine e vengono confinati al buio, in spazi limitati e affollati.



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