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Eppure, non muoverebbero alcuna obiezione contro l'uccisione di animali per
l'alimentazione umana, se queste creature fossero allevate in fattorie tradizionali, a
conduzione familiare, prima di essere macellate. Finché gli animali sono trattati bene
da vivi, non trovano nulla di sbagliato, nell'ucciderli. La morte è per loro ritenuta
naturale, dopotutto.
Alcuni assassini di animali giustificano le loro azioni dicendo che anche gli umani
sono animali, e che gli animali si uccidono l'un l'altro. Gli umani stanno
semplicemente seguendo la legge della natura. Ma non spiegano perché, in quanto
animali, gli umani scelgano di comportarsi come parassiti e come carnivori
aggressivi. Inoltre, non spiegano come, in quanto belve crudeli che uccidono e
sfruttano altre creature, gli umani possano comportarsi in modo rispettoso e
compassionevole verso gli altri umani. Quando vengono sfidati a rispondere, dicono,
che gli umani sono diversi dagli animali. Gli umani meritano più rispetto. Questa
dichiarazione rivela un pregiudizio, chiamato specismo, che implica la convinzione
che le specie non umane siano inferiori a quella umana, proprio come il razzismo
implica la convinzione che alcune "razze" siano inferiori ad altre. Trattare gli animali
come esseri inferiori e con un valore minore di quello degli umani sia una
caratteristica comune alla maggior parte degli esseri umani. Gli umani non sono in
grado di definire il valore o la qualità della vita di un cane o di una qualsiasi
creatura. Questa visione è strettamente antropocentrica. Gli umani non possano
giudicare la qualità e il valore della vita di un'altra creatura. Che rilevanza ha un tale
giudizio? Il valore o la qualità che attribuiamo alla vita di un nostro vicino di casa
non sono minimamente rilevanti, quando si tratta di rispettare il suo diritto alla vita.
Non fa differenza che il nostro vicino sia un cane, una lumaca, una mosca, un
pipistrello o una giraffa. La maggior parte della gente ha difficoltà a non mettere gli
interessi degli umani al di sopra di quelli degli animali, invece che sullo stesso piano.
Purtroppo però, la mente umana ha una tremenda capacità di chiudersi troppo spesso
di fronte a qualsiasi ragionamento e di isolarsi dalle argomentazioni morali. Alle
argomentazioni intellettuali riguardanti l'etica, la maggior parte delle persone non
reagisce affatto. Quando si chiede loro per quale motivo mangino animali, per
esempio, diranno: "Mi piace il sapore", "L'ho sempre mangiati", "Se non li mangio io
li mangerà qualcun altro", "E' la natura", e così via. Quando, con le parole, le si
mette in difficoltà mostrando loro l'incoerenza nel trattamento degli umani e dei non
umani, e che sono solo degli specisti, diranno, nel migliore dei casi, "Va bene, sono
specista! Sono incoerente! Lo accetto." Anche dopo che si mostra loro come vengono
trattati gli animali negli allevamenti intensivi e nei macelli, e anche dopo aver
spiegato loro che miliardi di animali vengono mandati a morte in quel modo ogni
anno, continuano a mangiare carne, magari distogliendo lo sguardo quando passano
davanti a una vetrina di macelleria particolarmente macabra. Chiaramente, ora il
loro comportamento non è più dovuto all'ignoranza, alla loro non conoscenza iniziale.
Eppure, quasi sempre, le vostre parole cadono in orecchie sorde. Perché?
Le argomentazioni non cambiano il comportamento delle persone. Solo un
cambiamento nei sentimenti può portare a una trasformazione. Come semplice
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