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stenderlo. Dietro quell’assurdo ma affascinante progetto di vittoria c’era la
mano (e il pensiero) di Angelo Dundee.
Il loro rapporto durò due decenni, poi Alì si ritirò ma per fortuna il genio di
Dundee non si spense con la fine della carriera del «più grande».
Anzi continuò verso altri traguardi prestigiosi, all’angolo di pugili che
conquistarono, grazie a lui, titoli mondiali. Nel 1994, probabilmente la sua
sfida più rischiosa: quella di rimettere sul quadrato, in condizioni accettabili,
un George Foreman che aveva deciso di tornare sul ring a 45 anni.
Missione compiuta. Foreman batte Michael Moorer e diventò il più anziano
pugile a conquistare il titolo mondiale dei pesi massimi. Nessuno si
aspettava la morte di Dundee, il quale, pur novantenne, godeva di buona
salute, al punto da recarsi a Louisville per la grande festa del settantesimo
compleanno di Alì. Ricoverato in ospedale per una trombosi dalla quale
sembrava si fosse ripreso, fu stroncato invece da un attacco cardiaco che
ha spezzato la lunga, importante, soddisfacente esistenza del più grande
«corner man» della boxe mondiale.
Angelo Dundee è noto in tutto il mondo per il suo talento nell’addestrare
alcuni dei più grandi pugili della storia. Tuttavia, pochi sanno del suo
profondo legame con la pittoresca città di Roggiano Gravina e dell’influenza
che questa terra ha avuto sulla sua vita e la sua carriera. La sua famiglia
quando emigrò, portò con sé le tradizioni e la cultura della Calabria negli
Stati Uniti, dove Dundee crebbe immerso nelle storie delle sue radici
italiane. Nonostante sia cresciuto a Filadelfia, la terra dei suoi genitori a
Roggiano Gravina ha sempre esercitato un’enorme influenza su Dundee.
Le storie dei vecchi tempi, la cucina tradizionale e l’amore per la famiglia
hanno plasmato la sua identità e il suo carattere, trasmettendo un senso di
orgoglio per le sue radici calabresi. Nonostante il successo e la fama
internazionale, tra Dundee e Roggiano Gravina, è rimasto acceso un forte
senso di appartenenza.
Il suo legame con il paese rappresenta un ponte tra il passato e il presente,
una testimonianza della potenza delle radici e della loro capacità di
plasmare le vite di individui straordinari. Anche dopo la sua scomparsa,
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