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Impianti termici
D.: In un locale commerciale (un parrucchiere) si trova installato uno
scaldacqua da 43 kw:
• lo scaldacqua è considerato un impianto termico?
• se lo scaldacqua supera però i 35 kW deve sottostare alle regole di
prevenzione incendi?
• quindi il locale va considerato come centrale termica?
• ci vuole quindi un progetto da parte di un professionista?
• le saldature per la tubazione in rame devono essere effettuate neces-
sariamente con brasatura forte?
RISPOSTE
LO SCALDACQUA È CONSIDERATO UN IMPIANTO TERMICO?
NO. Uno scaldabagno, indipendentemente dalla sua potenza nominale, che
produce solo acqua calda sanitaria per un appartamento secondo la defi-
nizione di impianto termico riportata nell’art. 2 comma I-trieces) del Dlgs
n.192/2005: “Non sono considerati impianti termici i sistemi dedicati esclusi-
vamente alla produzione di acqua calda sanitaria al servizio di singole unità
immobiliari ad uso residenziale ed assimilate“ non risulta essere un impianto
termico e quindi non si deve compilare nessun libretto di impianto secondo
i modelli pubblicati nel DM 10 febbraio 2014. E’ comunque soggetto a manu-
tenzione con le modalità e secondo la periodicità prevista nel libretto d’uso e
manutenzione rilasciato dal costruttore.
Nel caso specifico, però, bisogna puntualizzare quanto segue, mettendo in
dubbio la definizione sopra citata:
La sezione dedicata alle Faq sull’efficienza energetica degli impianti di clima-
tizzazione invernale ed estiva del MISE precisa che:
per “singole unità immobiliari ad uso residenziale ed assimilate” sono da in-
tendersi compresi anche:
• gli edifici residenziali monofamiliari;
• le singole unità immobiliari utilizzate come sedi di attività professio-
nali (ad esempio studio medico o legale) o commerciale (ad esempio agenzia
di assicurazioni) o associativa (ad esempio sindacato, patronato) che prevedo-
no un uso di acqua calda sanitaria comparabile a quello tipico di una destina-
zione puramente residenziale.
Parafrasando quanto precisato dal Ministero, un apparecchio non è un impian-
to termico quando produce unicamente acqua calda sanitaria per una famiglia,
oppure quando è a servizio di attività professionali, commerciali o associative
le cui necessità di acqua calda sono comparabili con quelle di un’abitazione
monofamiliare.
Concludendo, presumendo che lo scaldacqua superiore a 35 kw servizio di
un negozio di acconciatura produca acqua calda sanitaria in misura maggiore
rispetto ad un impianto a servizio di un’abitazione monofamialiare, si può
dedurre che lo stesso apparecchio è un impianto termico e che pertanto l’in-
stallazione necessita dell’apposito Libretto d’impianto per la climatizzazione.
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