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INTRODUZIONE



                  L’empatia ci permette di vivere nel contesto sociale. Empatizzare significa riconoscere e

                  sentire lo stato d’animo e gli stati mentali dell’altro. Esiste l’empatia cognitiva e l’empatia

                  affettiva; la prima delle due, ci fa riconoscere gli stati d’animo e mentali dell’altro, mentre
                  la seconda ci permette di capire quello che prova l’altro ed eventualmente aiutarlo.

                  Qui si prende in esame il substrato neurale e biologico dell’empatia.
                  Nel  primo  capitolo,  dopo  un  excursus  storico  si  delinea  l’empatia  e  se  ne  analizza  il

                  substrato neuronale identificato nei neuroni specchio. Questo particolare tipo di neurone
                  motorio si attiva quando osserviamo un’azione, I tipi di neuroni specchio che  permettono

                  il rispecchiamento nell’altro, in una sorta di imitazione interna dell’osservato, sono detti:

                  “classici”; ma non tutti i comportamenti sono utili da “imitare” e qui intervengono i così
                  detti neuroni specchio “super” che controllano e modulano l’imitazione di comportamenti

                  disfunzionali  da  parte  dei  neuroni  specchio  classici.  L’attività  dei  neuroni  specchio  in

                  generale può essere indagata tramite tre tecniche: la tecnica dell’imaging ottico, la tecnica
                  dell’imaging di risonanza magnetica funzionale e la tomografia a emissione di positroni.

                  Quando  i  neuroni  specchio  non  funzionano,  possono  contribuire  all’insorgere  di  alcune
                  patologie. Qui si considera il disturbo dello spettro autistico (autismo).

                  I neuroni specchio non sono i soli coinvolti nell’empatia ma vi è tutto un circuito coinvolto
                  in essa, che  sarà trattato in un paragrafo specifico.

                  Nel  secondo  capitolo  si  analizza  il  substrato  biologico  che  è  coinvolto  nell’empatia.

                  L’ormone principale dell’empatia è l’ossitocina, detto anche “ormone dell’amore”, ma ci
                  sono  anche  altri  ormoni  con  funzioni  meno  centrali  ma  che  hanno,  altresì,  la  loro

                  importanza. Il ruolo centrale dell’ossitocina nel comportamento prosociale ha portato a uno
                  studio pionieristico da parte del professor Paul Zak, che viene qui riportato.

                  L’ossitocina, è stata sperimentata positivamente nelle persone autistiche.
                  Qui vengono trattati i mezzi per aumentare l’ossitocina e gli effetti collaterali legati alla

                  sua induzione.








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