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1.4 Neuroni specchio: Tecniche d'indagine della loro attività


                  Le tecniche più usate per indagare l'attività dei neuroni specchio sono la fRMI, la PET e
                  poi  anche  la  NIRS.  Nelle  prime  due  tecniche  i  soggetti  entrano  in  un  “tubo”  chiamato

                  Scanner (Figura 3) nel quale rimangono per un tempo compreso tra i 15 e i 120  minuti e in

                  questo intervallo di tempo i soggetti possono guardare un filmato, ascoltare suoni, eseguire
                  compiti cognitivi come memorizzazione e immaginazione di qualcosa, schiacciare bottoni

                  e così via.


                  1.4.1 Tecniche di Imaging Ottico


                  «Quando dirigiamo un fascio di luce verso un oggetto, una parte viene assorbita e una parte

                  viene riflessa. Nel caso del cervello, i processi fisiologici in atto durante la sua attività
                  fanno variare la quantità di luce che viene assorbita o riflessa. Misurando queste variazioni,

                  lo  strumento  di  imaging  ottico  può  misurare  l'attività  cerebrale  mentre  il  soggetto  sta

                  eseguendo  il compito   richiesto.  Una  di queste tecniche  è  la  NIRS,  che  utilizza  la  luce
                  situata  nelle  bande  dell'infrarosso  vicino  per  studiare  l'attività  cerebrale  in  situazioni
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                  naturali.»   (Iacoboni  M.,  2013)  «Due  ricercatori  giapponesi  hanno  usato  la  NIRS  per
                  esaminare  l'attività  del  cervello  in  bambini  di  circa  6  mesi.  Le  sonde  che  emettono  e

                  rilevano la luce, chiamate optodi, sono state collocate sulla testa di alcuni bambini, usando
                  una fascia morbida e un supporto apposito, dopo di che, gli sperimentatori hanno registrato

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                  con  la  videocamera,  i  movimenti  dei  bambini  mentre  giocavano  con  dei  giocattoli» ,
                  (ibid.) poi hanno confrontato l'attività cerebrale dei periodi in cui i bambini erano molto
                  attivi, con altri in cui lo erano meno; così facendo sono state rilevate le aree motorie del

                  cervello  infantile.  Successivamente  sono  stati  «collocati  svariati  optodi  direttamente  su
                  queste  aree  motorie  per  determinare  se  si  attivassero  anche  quando  i  bambini»  (ibid.)

                  guardavano  un'altra  persona  eseguire  un'azione,  così  da  evincere  un  verosimile
                  coinvolgimento dei neuroni specchio.




                  10  I neuroni specchio, Iacoboni, P. 138, Bollati Boringhieri, Editore 2013
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                    I neuroni specchio, Iacoboni, P. 139, Bollati Boringhieri, Editore 2013


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