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1.4.3 fMRI (functional Magnetic Risonance Imaging)


                  La fMRI, ovvero la risonanza magnetica funzionale (Figura 4), «è un'analisi sofisticata non
                  invasiva  della  localizzazione  dell'attività  cerebrale,  che  sfrutta    la  combinazione  di  una

                  funzione metabolica del cervello, con una proprietà magnetica della materia.  Quando le

                  cellule nervose si attivano, consumano più ossigeno, e nel giro di pochi secondi si verifica
                  un aumento del flusso sanguigno nell'area di attività neuronale. L'emoglobina: la molecola

                  preposta  al  trasporto  di  ossigeno  nel  sangue,  la  si  può  trovare  in  forma  ossigenata  o
                  deossigenata.  Insieme  all'aumento  del  flusso  sanguigno,  nell'area  di  attività  neuronale,

                  variano  anche  le  concentrazioni  relative  delle    forme  di  emoglobina.  le  molecole  di
                  emoglobina nel sangue si possono immaginare come tanti piccoli canotti: proprio come un

                  canotto che si deforma quando è pieno anche l'emoglobina “caricata” di ossigeno ha una

                  forma diversa rispetto a quella senza ossigeno, e tale deformazione si riflette anche nella
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                  struttura  della molecola.»   (Rizzolatti  G.,  Vozza  L.,  2008).  L'emoglobina  ossigenata  ha
                  una  forma  diversa  rispetto  a  quella  deossigenata.  «Se  sottoponiamo  l'area  cerebrale,

                  contenente le due forme di emoglobina, a un campo magnetico, queste si comportano in
                  modo  diverso;  a  seconda  del  numero  dei  nuclei  atomici  d'idrogeno;  questi  nuclei  si

                  allineano  rispettivamente  in  modo  parallelo  o  antiparallelo  rispetto  all'orientamento  del
                  campo  magnetico,  ed  è  possibile  rilevare  queste  diverse  disposizioni,  perturbando

                  l'allineamento prodotto dal campo magnetico con l'invio ai nuclei d'idrogeno, di un'onda
                  elettromagnetica. Quando i nuclei ritornano nella posizione di equilibrio, riemettono onde

                  analoghe; nella sorgente si trovano speciali sensori in grado di captare le onde rinviate dai

                  nuclei  e  di  determinarne,  in  base  al  ritardo  dell'eco  elettromagnetico,  la  distanza  fra  il
                  nucleo  e  il  sensore  stesso.  L'analisi  integrata  dei  dati  rilevati  dai  sensori  ricostruisce

                  un'immagine computerizzata della localizzazione cerebrale delle molecole di emoglobina
                  ossigenate  e  deossigenatate:  le  regioni  a  maggiore  densità  di  emoglobina  ossigenata

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                  corrisponderanno alle aree neuronali più attive»  (Rizzolatti  G., Vozza L., 2008).





                  14  Nella mente degli altri. Rizzolatti G., Vozza L., P. 39, Zanichelli Editore. 2008
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                    Nella mente degli altri. Rizzolatti G., Vozza L., P. 40, Zanichelli Editore. 2008


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