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«I bambini guardavano tre movimenti diversi: una donna che giocava con un giocattolo, un
giocattolo guidato dallo sperimentatore con una cordicella, e una palla che oscillava appesa
al soffitto. Alcuni bambini guardavano queste situazioni sperimentali dal vivo, altri
guardavano le stesse situazioni su un monitor televisivo. lo strumento spettroscopico
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registrava tutto» (ibid.). I ricercatori tennero conto di molti fattori: considerarono i
periodi di attenzione e non quelli di movimento eccessivo, considerarono i periodi in cui i
bambini svolgevano movimenti equivalenti. «È ovvio che non tutti i bambini di sei mesi
circa riuscirono a completare l’esperimento, ma i due terzi sì, e i risultati furono
significativi: le aree motorie del loro cervello si erano attivate quando osservavano la
donna giocare con il giocattolo e no quando il giocattolo si muoveva autonomamente; una
chiara indicazione del fatto che nei bambini i neuroni specchio funzionano benissimo»
(ibid.).
Figura 3. Principio di funzionamento delle tecniche di imaging ottico ©Shimadzu
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I neuroni specchio, Iacoboni, P. 139, Bollati Boringhieri, Editore 2013
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