Page 9 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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dovuto perdere. E questo stato di gioia superava la sofferenza
per la sorte degli altri.
Il ragazzo non riusciva a togliersi dalla testa i volti di quelle
persone di tante nazionalità diverse, che si erano trovate in
mezzo a quell’inferno.
Non poteva dirsi in amicizia con tutti, no, erano tantissimi, ma
un legame c’era. Stare tutti insieme su una di quelle città
galleggianti, originava una sorta di comunità. I nomi
passavano, gli equipaggi cambiavano, ma chi faceva quel
mestiere di professione, finiva per incrociare di nuovo le
stesse persone che aveva già conosciuto.
«Erano a bordo, senza alcuna possibilità di fare un tampone,
di sapere se fossero positivi o no. E senza alcuna possibilità di
scappare. Non potevano scendere. Non li facevano nemmeno
attraccare…».
La ragazza aveva iniziato a non rispondere.
Quando lui cominciava con la litania, appoggiava il telefonino
sul tavolino da toeletta, e iniziava a pettinarsi. Provava nuove
acconciature. La noia, in quei giorni, era tremenda. Fuori
c’era un bellissimo sole. Il suo modo di affrontare e
combattere la paura e la frustrazione dell’isolamento, era
quello di pensare soltanto alle cose belle. Era la sua difesa.
Senza virus, avrebbero potuto andare al mare, sulla spiaggia.
Invece erano lì, inchiodati. Lei si era vista rimandare gli
esami, all’università, perché i professori non si erano ancora
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