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coraggiamento  di  mio  padre,  andai  alla  scuola  serale  da  un
          bravo Sacerdote locale: Don Graziani.

          LA SOCIETA' INTELLETTUALE era costituita dai Maestri
          di scuola, elementare naturalmente, da due o tre Preti, da un
          vecchio  Medico,  da  una  vecchia  Postina,  da  una  vecchia
          Guardia municipale, un Esattore, un Sindaco, uno Spazzino,
          un  Sacrestano-campanaro.  Ho  messo  in  lettere  maiuscole  it
          titolo di questi Signori e Signore,  perche' nella mente di noi

          ragazzi erano tutti delle persone importanti, le piu' importanti
          che  si  conoscessero.    L'industria  locale  si  aggirava  tutta  in-
          torno all’edilizia. Un Capo-mastro ideava, disegnava, gettava
          le fondamenta, innalzava le mura e metteva il tetto a qualun-
          que edificio: case, chiese, scuole, stalle. Poi passava il lavoro
          al Falegname, che era I'artefice della mobilia, delle finestre,
          porte,  letti  per  gli  sposi  novelli,  bauli  ed  armadi  per  la  bi-

          ancheria. Tutto fatto a mano, senza macchine, solo con pialla,
          sega, scalpello e lima. Ma quando consegnava i suoi prodotti
          al cliente, metteva nello loro mani pezzi di artigianato finis-
          simi.  Naturalmente    per    gli      strumenti    di   lavoro    sia    il
          Falegname, come it Muratore, dipendevano dal Fabbro ferraio
          che dall'alba alla tarda sera riempiva il paese con il suono del

          martello e l’incudine. Il Barbiere, il Sarto e il Calzolaio com-
          pletavano la piccola borghesia paesana.

          La campagna, divisa in tanti piccoli possedimenti, era il regno
          degli uomini. Si coltivava ogni metro quadrato di terreno, con
          zappa, picco, vanga ed a forza di braccia. I raccolti? Era fortu-
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