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data, solo per essere la sua sposa e da quelche sguardo furtivo
          si pote’ accorgere, quasi pazzo per la gioia che anche lei la
          pensava alla stesso modo.

          Nonostante  la  sorveglianza  paterna,  materna,  fraterna  e  di
          tutta la parentela, dopo tanti sguardi furtivi, riuscirono a scam-
          biarsi qualche frase complimentosa ed amorosa. Baci? Nem-
          meno a pensarci ... cose da coltellate. Nicoletta, cosi’ si chia-
          mava la vagheggiata figlola, aveva piu' fretta di Turiddu ... e...

          “Mamma,  mi  sposo  Salvatore,  io  gli  voglio  un  bene
          dell'anima !”

          “Figlia nia ma tu sei pazza? Quel cristiano non ha ne’ arte ne’
          parte! Che cosa ti porta? Non ha un palmo di casa! Tu sei fatta
          per il migliore del paese! Non ti fa' sentire da tuo padre…”.

          Perche’ le cose non andassero peggio, fu la mamma a parlare
          al marito. E la cara e bella figliola, un brutto giorno, si vide
          arrivare a casa un nuovo fidanzato scelto dai vigilanti genitori.
          Cosa  poteva  fare?  Scappare?  Strapparsi  i  capelli?  Pestare  i
          piedi? Piangere e gridare: “Mi ammazzo”? Forse lo fece ... ma

          dovette sposare if giovanotto del quale papa’ e mamma si er-
          ano innamorati. Ebbe una figlia e poi lui mori’! Non pensate
          alla iettatura ...

          No lei e papa’  si erano innammorati!

          Nel frattempo lo sconsolato Turi, dopo aver cantato serenate
          amare, si consolo’ sposando un' altra ragazza del paese, che
          esattamente  dopo  nove  mesi  gli  regalo’  un  bellissimo  bam-
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