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“Grazie mastro Nicola... grazie!”.
          Con  un  salto  era  fuori.  Lo  sentimmo  tramestare  nella  stalla

          come avrebbe potuto fare con venticinque anni di meno sulle
          spalle, e poi tutto trafelato torno’ in cucina. “Come va? Ma
          Basilia non si vede ancora, e la cantina non e’ distante. ... Ho
          capito. Avete capito  anche voi? E' andata a buttare i bandi..
          fra qualche minuto tutto il paese sara’ qui!”.

          Rientro’ Basilia con i due boccali di vino.

          “A quante persone l’haì detto? Sei andata fino alle loro case?
          A questo ci penso io, non ve ne incaricate. Per adesso mangi-
          ate... mangiate... bevete!”.

          Mastro Nicola aveva preso una bella, grande, appetitosa pag-
          notta di pane tra le sue mani ruvide ed oneste, la spezzo’ in
          quattro, cinque porzioni, le mise sulle tovaglia candida che la

          mogliie aveva steso sulla mensa. Poi afferro’ una ruota di for-
          maggio, fece la stessa operazione. Due boccali colmi di vino
          rosso, quattro bicchieri in bell’ordine. Tutto e’ pronto!

          “Figli, Basilia... qui intorno alla tavola... E’ festa grande! Ben
          tornati tra di noi. Vi aspettavamo tutti e siete tornati. Grazie A
          Dio, ai nostri Santi... e... buon appetito! Ma prima di cominci-
          are: brindiamo perche’ siete  tornati sani e salvi!”.

          Riempi’ i bicchieri e con il vino bevemmo anche le nostre lac-

          rime che non eravamo capaci di frenare. Si senti’ uno scalpic-
          cio ed un vociare sommesso che si avvicinava.
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