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“Al momento esatto. quando si staranno per chiudere le porte,
          prenderemo di assalto un vagone, e tutti dentro. L’unione fa la
          forza!”

          Cosi’ facemmo.  La manovra riusci’ bene. Ci fu qalche pro-
          testa della gente che era gia’ seduta, del capo treno, e di qual-
          che  guardia  in  servizio,  ma  poi  tutti  chiusero  gli  occhi  e
          quando  sentirono  la  nostra  storia,  ci  fecero  sedere  ai  loro
          posti. La littorina non era una tradotta. Filava bene...

          “Stazione di Milazzo”. Alcuni dei nostri scesero. “Stazione di
          Bamellona”. Ne scesero altri.

          “Stazione di Capo d'Orlando”. Era quasi notte.

          “S. Agata Di Militello”. La nostra stazione.

          Giuseppe ed io saltammo dalla piattaforma come due grilli.

          Era notte fitta, cominciava a piovere. Nessuno ci aspettava. S.
          Marco a piu’ di dieci chilometri, e tutti in salita. Ma chi ci fer-
          mava? E ci  lanciammo all’assalto. Conoscevamo le scorcia-
          toie, i sentieri di campagna. 1 rovi ci battevano sulla faccia,

          sciovolavamo per il terreno bagnato, le pietre battevano con-
          tro le nostre scarpe... ma non ci si pensava. Da un campanile
          vicino suonarono le nove di sera.

          “Alle undici saremo a casa”.

          Sentimmo un rumore davanti a noi. Ascoltammo!

          “E’ un asìno, e’ un asino !...”
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