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“Vuol dire  che non  era  ubriaco, e non voleva  essere distur-
          bato.  Chissa  quanto  ha  sofferto  povero  Calogero.  Hai  visto
          che faccia? E' solo pelle ed ossa ... !”

          “Il figlio della vedova Antonina e’ piu’ fiacco di lui. Passava
          per la strada ieri non si reggeva in piedi!”

          “Mamma  grazie  per  il  caffe’  con  lo  zucchero  Americano.
          Vado e torno con la famiglia per un caffe’ dopo pranzo...!”

          Antonio... tu vieni per il pranzo e di’ a tua moglie che venga
          un po’ prima per darci una mano. Oggi e’ festa grande... E’
          tornato vivo e sano. Che i Santi siano benedetti! E porta i tuoi
          figli. Calogero non li ha visti ancora!”

          “Grazie mamma!”

          Antonio usci’ e vennero altri, ed altri ancora fino alle undici.
          Una  vera  processione,  sempre  con  le  stesse  domande  e  le

          stesse risposte.
          Il sole che penetrava per le fessure delle imposte, mi colpi’ in
          pieno e mi svegliai di botto. Mi riscossi, girai lo sguardo at-

          torno, mi stropicciai gli occhi perche’ il sole mi abbagliava e
          mi  domandai:  “Dove  sono?,  dove  stanno  gli  altri?,  la
          tradotta?... paglia marcita?... Prigioniero?”.  Vidi la biancheria
          pulita sulla sedia, le coperte del letto...e…. ero a casa... ero a
          casa. a casa da tempo... ma cosa era successo dopo? Mi misi

          le mani sulla faccia... “Signore grazie... grazie!” Poi per man-
          tenere una promessa fatta a me stesso tante e tante volte... mi
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