Page 89 - Per-colpa-di-quella-divisa-bianca-da-marinaio_Neat
P. 89

emo qui con quello che avrete rastrellato per levarci la fame”.
          “Tu Calogero, vieni con me. Te ne intendi di cavalli?”.

          “Di asini e muli si, ma di cavalli non tanto….”.

          “Sono parenti stretti, vieni andiamo alla stalla…”.

          “Fermati Calo’! che spettacolo triste, povera bestia, gli hanno
          bruciato le cervella!. Povera bestia!”l

          “Meglio  cosi’,  ci  risparmiamo  di  ammazzarlo.  E’  ancora
          caldo, e tutto it sangue sta dentro, oggi si mangia!”.

          Tornammo a riferire al capo banda.

          “Capo, cosi’ e cosi’:  “cosa facciamo?”.

          “Appendetelo,  fatevi  aiutare  da  tre,  quattro,  cinque  soldati,
          non sprecate il sangue e tutto it resto! Tutto e’ buono! Non si
          deve perdere nulla. Capito?”.

          “Si Generale! Agli ordini”.

          E diventammo macellai. Debbo dire che la carne di cavallo, e’
          buonissima anche cruda!

          Verso  la  sera  un  fuoco  enorme  schioppettava  nel  cortile.
          Avevamo  preparato  forchettoni  con  il  fil  di  ferro,  spiedi  e

          mucchi  di  fette  di  carne  di  cavallo,  ancora  sanguinante  e
          cominciammo  la  rosticciata  piu’  famosa  della  mia  vita.  Era
          mezzanotte e si cantava e si mangiava ancora. Prima di cas-
          care addormentati un po’ dappertutto, anche intomo al fuoco,
          il capo ci disse: “Domani mattina alle nove adunata generale,
   84   85   86   87   88   89   90   91   92   93   94