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L'OCCHIO DEL CICLONE


          Si  era  verso  la  fine  del  Settembre  1944.  Eravamo  diventati
          minatori per forza da circa dieci mesi e ridotti ad una massa di
          scheletri  vivi  per  forza.  Fino  a  quando,  mio  Dio,  fino  a
          quando? Non lo sapevamo,, ed era una fortuna!

          Un bel giorno ci accorgemmo che i mastini di guardia, gli uf-
          ficiali  e  le  SS  stavano  diventando  piu’  compassionevoli.  Ci
          lasciavano  piu'  liberta’  non  ci  tenevano  piu’  alla  disciplina

          come  prima.  Una  mattina,  con  sorpresa  di  tutti,  non  fecero
          urlare  le  sirene  per  la  sveglia  e  nernmeno  per  incolonnarci
          verso la galleria assassina.

          “Ma che succede Gennari?”.

          Se me lo dici, te lo dico. “Non ci capisco un cavolo”. “Non si
          lavora? Bene!”. “Vedrai che oggi se ne vanno via…”.

          “Speriamo che non ci crivellino di pallottole prima di tagliar
          la  corda.  In  questi  giorni  a  Napoli,  S.  Gennaro  fa  il  mira-
          colo ... San Genneriello.. fanne uno per noi”.

          Prima di mezzogiorno capimmo. Se ne sarebbero andati. Ar-
          rivo’ una lunga fila di mezzi di trasporto, si allinearono nei
          cortili e comincio” un via-vai di soldati che caricavano casse,
          bauli  mitragliatrici,  qualche  piccolo  cannoncino,  ecc.  Anche
          le  torrette  di  guardia  furono  disarmate,  e  le  sentinelle  lasci-

          arono il posto.
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