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per decidere sul da farsi”.
          “Si, Generale!”.

          “Buona notte camerati…”.

          Alle  nove  eravamo  tutti  presenti  rimessi  a  nuovo.  Sbarbati,
          lavati, con uniformi tedesche pesanti e leggere, cappotti copri
          tutto, elmetti, cappelli da alpino, era uno spettacolo. Arrivo’ il

          Generale con il Comando, al completo. Scattammo sull'attenti
          ed  il  Generale  stava  per  prendere  la  parola,  quando  ......
          “Signor  Generale,  disse  uno  del  gloriosi  soldati  arlecchini,
          dobbiamo fare I'alza bandiera”

          “Colonello, rispose scherzando il  Generale,  abbiamo il  palo
          per fare l’alza bandiera, ma la bandiera...?”

          “Generale, ecco la bandiera, non e’ grande ma fa’ lo stesso.
          Viene dalla Grecia”. La truppa si volto’ verso il soldatino che

          avanzava con la bandiera spiegata ed uno grido’: “Bravo cam-
          erata Bravo, bravo”, tuono’ tutta la truppa; poi il silenzio re-
          ligioso dell'alza bandiera ... !

          Piangevamo tutti. il nostro Generale asciugandosi le lacrime
          comincio’:  “Cari  ufficiali  e  soldati  cari  fratelli  di
          prigionia ......”.

          “Di  liberta'... di liberta'…”, grido’ la massa. “Siamo liberi...
          liberi!”. Le mille facce scorticate da dodici mesi di prigionia,
          in poche ore avevano ripreso vita e colori.

          “Si  siamo  liberi,  e  faremo  di  tutto  per  restare  liberi.  Per
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