Page 349 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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               PRESA D’ ATENE.  339
     lunque maniera. Ma Atene si rimostrò quasi subito degna di sé.
     Abbandonata ogni inutile recriminazione, dichiarò di non voler
     darsi per vinta  : di prendere immediatamente le opportune di.spo-
     sizioni per far fronte a tutti  i nemici  ; di costruire una nova
     flotta, raccogliendo legname e danaro da qualunque luogo si |X)-
       ; di fare, nelle altre spese, ogni possibile economia; di for-
     tes.se
     tificare  il capo Sunio per proteggere  il passaggio delle navi che
     le portavano  i viveri  , di vegliar bene sugli alleati perchè non si
     ribellas.seròt e per mettere in attó questo deliberazioni, come a
     Roma si nominava nelle gravi contingenze un dittatore, cosi gli
     Ateniesi elessero una magistratura di dieci personaggi attempati.
     Si parla molto della costanza romana  : non merita la sua lode
     anche la costanza ateniese ?
       Mentre Atene, durante  l’inverno, s’occupava  in  questi
     preparativi, tutti  i suoi alleati formavano dei progetti aggressivi
     contro di lei. Dalle città, anche le piu distanti del mondo greco,
     veuh’ftno ambasciatori a Sparta per stimolarla a una guerra vigo-
     rosa, per chiedere qualche soccorso alla rilx'llione che intende-
     van di fare. Perfino  i satrapi della Persia  si scossero. Era gran
     tempo che dalle città greche dell’ Asia non esigevano più tributi,
     a motivo d’ Atene ma quando questa fosse occupata in una gran
            :
     guerra e’ pensavano di poterli esigere facilmente, e cosi eseguire
     gli ordini del loro re. Tisaferno dunque o Farnabazo mandarono
     anche loro dei deputati a Sparta promettendole  di contribuire
     alle spese della guerra. Con tanti nemici che sorgevano da ogni
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     parte contro Atene, chiedendo aiuti agli  Spartani,  questi non
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     avevano che a scegliere a chi dare la preferenza  : scelta nella
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     quale si lasciavano molto guidare da Alcibiade. E lui, conoscendo
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     bene la potenza e  1’ im|X)rtanza di Chio,  gli persuase a volgere
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     la loro attenzione, prima che a ogni altra, a quell’isola.
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       Venuta dunque la primavera del 412, una squadra pelo-
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     ponnesiaca  di ventuna nave salpò da  Cencrea, sull’ ismo, per
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     andare a Chio. Le vogavano sul golfo Saronico con disprezzo di
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     Atene, di cui credevano che non avrebbero incontrato una sola
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     vela sul mare, quand’ecco  gli Ateniesi  le as.salgono con una
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     flotta più numerosa, le respingono contro la costa, ne fracassano
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     la più parte, e ne uccidono, fra gli altri,  il comandante Alca-
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     mene. Allora, Alcibiade, unitamente  al lacedemone Calcideo,
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     s’ affrettò a partire per Chio con cinque navi, affine d’ arrivarci
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