Page 351 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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'presa d’ ATENE.  341
    un  ateniese esercitare  deli’ influenza  nella  loro  città  e tutti
                            ;
    insieme fecero tanto presso  i magistrati  , che questi mandarono
    in Ionia  1’ ordine di mettere a morte Alcibiade. Era una giustizia
    assai sbrigativa quella di Sparta; Atene almeno condannava dopo
    un processo. Avvertito del pericolo che gli soprastava, Alcibiade
    s’ allontanò subito dall’ armata e si ritirò presso Tisaferne. Colla
    mollezza dei costumi, la grazia dei modi e  l’ incanto del conver-
    sare,  si cattivò  in brevissimo tempo  1’ animo  di quel satrapo.
    « Dal momento dunque che non si fidava più degli Spartani o
    » aveva da temere per parte di Agide, s’adoperò presso Tisa-
    » ferne a danneggiarli. Lo dissuase dal Accorrerli in modo che
    » potessero sconfiggere pienamente gli Ateniesi  : soccorrendoli
    » debolmente,  i due popoli  si logorerebbero a poco  a poco,
    » s’indebolirebbero scambievolmente, e così doventerebbe  fa-
    » Cile al re  il soggiogarli. Tisaferne ne restò persuaso
                             ; e sic-
    » come mostrava chiaramente  l’ amicizia e  l’ ammirazione che
    » sentiva per Alcibiade, questo  si vedde ricercato ugualmente
    »  si dall’ una che dall’altra  delle due parti che  dividevano la
    » Grecia.
       ;> Gli Ateniesi, ridotti a mal termine, cominciavano già a
    » pentirsi c^ei decreti emanati contro di lui  ; e provava lui stesso
    » molta, afflizione a vedere  il misero stato in cui si trovavano.
    » Tutte lo forze degli Ateniesi erano allora riunite a Samo
                              ; di
    » dove andavano a soffocare le ribellioni scoppiate, impedivano
    » che ne  scoppia.sse  dell’ altre, e potevano anche, in qualche
    » -modo, far fronte ai loro nemici. Temevano però Tisaferne e
    » quelle ISO navi fenicie che si diceva dovere arrivare di mo-
    » mento in momento, e che avrebbero tolto ad Atene ogni spe-
    » ranza di salvezza. Alcibiade
                 , che era bene informato di tutto,
    » mandò segretamente a Gamo dai principali degli Ateniesi, per
    »  farli sperare eh’ e’ gli avrebbe procacciato l’amicizia di Tisa-
    » ferne  : non già (diceva) per far piacere al popolo, ma per fa-
    » vorire  i nobili, seppure questi volessero reprimere con corag-
    » gio r insolenza della moltitudine, e salvare la patria assumendo
    » loro stessi gli affari pubblici.
       » Tutti, meno uno, approvarono le proposizioni d’Alci-
    » biade. Quel dissenziente era Frinico, del borgo di Driade, uno
    » dei generali. E’ sospettò (come infatti era vero) che ad Alci-
    » biade non importasse un bel nulla che Atene fosse governata
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