Page 356 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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346           LEZIONE VENTUNESIMA.
           la  loro ambizione in un altro rimesrojamento di cose. Perchè
           l’indignazione popolare scoppiasse, mancava solo un’occasione;
           né questa shfece molto aspettare.
               I Quattrocento avevan fatto cominciare la costruzione di
           lina fortezza  all’ imboccatura del  Pireo. Lo scopo di questa co-
           struzione (dicevano  quelli  della maggioranza) era d’ impedirò
           l’entrata nel porto all’armata di Samo, qualora venisse per as-
           saltarlo. Teramene invece e gli altri del suo partito andavan di-
           cendo che era per farci venire  i nemici del Peloponneso, quando
           ciò piacesse al Consiglio.  11 popolo dunque principiò dal volere
           atterrata la nascente fortezza, e corsero a gara a demolirla. Era
           appena compita la demolizione, quando apparvero presso Sala-
           mina 42 navi peloponnesiache. Si credè allora con certezza che
           fosse stato intendimento dei Quattrocento di fabbricare a benefi-
           zio dei nemici. Si corse a stormo  al  Pireo:  chi montava sullo
           navi già pronte, chi s’occupava a prepararne dell’ altre, chi si
           disponeva a difesa delle mura e deJl’ imboccatura del porto. Ma
           le navi peloponnesiache continuarono  il corso, e girando il capo
           Sunio si diressero verso Eritrea. Bisognava dunque per gli Ate-
           niesi  tentar  di  salvare  1’ Eubea,  loro baluardo,  loro granaio.
           Equipaggiarono come megbo poterono 36  navi, e  accorsero.
           S’incontrarono coi nemici, ma questi vinsero e presero agli al-
           tri ventidue navi. Dopo  il combattimento fecero ribellare tutta
           1’ Eubea, fuorché Creo, che rimase fedele agli Ateniesi.
               Quest’ avvenimento produsse in Atene un dolore più pro-
           fondo che la disfatta di Sicilia. Pure, malgrado la costernazione
           in cui si trovava,  il popolo s’adunò nello Pnice, aboli  il consi-
           glio dei Quattrocento, rimes.«e in vigore l’antica costituzione, e
           sulla proposta di Crizia, che vedremo presto tiranno crudele, de-
           cretò  il richiamo d’Alcibiade. Ma questo non volle tornare prima
           d’ aver fatto qualcosa che lo rendesse degno d’ ammirazione e per
           cui potesse rientrare in Atene coperto di gloria.
               La flotta peloponnesiaca che si trovava a Mileto, vedendo
           svanite tutte  le speranze che già aveva in Tisaferne  si mosse
                                                ,
           alla volta dell’ Ellesponto dove l’invitava Farnabazo. Era coman-
           data da Mindaro, successore d’Astioco, e contava 73 navi, alle
           quali se n’aggiunsero nell’ Ellesponto altre 13. La flotta ateniese
           si mosse subito da Samo per  inseguirla  e contava 68 navi
                                        ;
           quando, raggiuntala presso Sesto, s’attaccarono.  Gli Ateniesi
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